PARENTAL ADVISORY: il seguente post include contenuti rock e un linguaggio vispo e acceso. Si consiglia la lettura ad un solo pubblico adulto.
Il mare, la spiaggia, il sole, tu che ti svesti, sudi, salti, guardi il cielo e lo guardi spesso, non reggi il flusso dei pensieri, onde di sorrisi, vacanza, estate. Estate.
La stagione degli avvenimenti del cuore, tutto è lecito d'estate: è meglio esser soli d'estate, rende tutto più godibile. I ricordi si susseguono e la musica non si ferma mai.
Quest'estate, finalmente, io sono riuscita ad andare al concerto dei Litfiba a Brindisi, mi è scappato quello di Melpignano nel 2013 ma questo no, in questo C'ERO. Il regolamento della serata era: urlare, saltare, perdersi nelle note e ripetere la stessa sequenza fino a creare un passaggio tra mente, cuore e palcoscenico.
Una serata calda come solo una serata di agosto può essere. Noi eravamo caldi e assetati di musica.
L'attesa è stancante, lunga e il caldo inizia a farmi perdere i sensi. Uso l'acqua della bottiglia che ho nello zaino per bagnarmi i polsi e il collo prima di cadere per terra in mezzo alla folla di assetati di rock. "Non posso giocarmi il concerto, cazzo!" penso tra me e me, cercando di resistere. Vorrei bloccare il flusso di pensieri che inizia a soffocarmi facendomi impazzire "Porca miseria, ma perché quest'estate svengo di continuo?" "Ma quanto cazzo fa caldo quest'estate?" "Ma quando inizia?" "E se mi sento male durante il concerto, come cazzo devo fare?" "Basta voglio solo pensare alla musica, il dolore non esiste, il corpo non esiste, voglio essere una nota, una nota alta, una cazzutissima nota alta, alta, altissima. Voglio essere un SI, in tutti i sensi".
La luce del palco si accende, io mi accendo, mi scordo del calo di pressione, mi scordo dei pensieri, mi scordo di tutto, mi smarrisco. Piero Pelù fa il suo ingresso, i battiti aumentano all'impazzata ... mi perdo! Mi perdo ! ... "Aspè oh non vedo un cazzo ma che è?" Mi perdo... mi perdo in una marea di mani alzate con mega telefonini full hd, ultra smart poco phone, 6g...
Ok apriamo una parentesi prima di finire il racconto.
Ragazzi ma fate sul serio? La scena che mi si è presentata è stata questa: individui fermi, immobili, che guardavano lo schermo di un cellulare ad un concerto di musica rock. I vostri telefonini saranno pure smart ma voi siete proprio rincoglioniti. Cosa siamo diventati ora? Non prestiamo più attenzione alle emozioni e un concerto di una rock band storica italiana che dobbiamo dire grazie che si sono riuniti, diventa un pretesto per dire al mondo virtuale IO CI SONO. Il significato di "esserci" non è più lo stesso, essere significa esprimere la realtà, semplicemente esistere in quel preciso momento, essere all'unisono con l'universo, essere cosciente di ciò che ci circonda. Essere viene confuso o sostituito con "guardate, io c'ero, sono apparso", non accorgendosi che il momento, la musica, la realtà sono proprio li dall'altra parte dello smartphone che scivolano via, per sempre. Di quanti momenti è composta la vita e quanti con la convinzione di immortalarli li perdiamo? Con questo mio pensiero non sto mettendo il veto all'atto di fotografare o registrare un evento ma piuttosto di non lasciare che la cosa vi sfugga completamente di mano rischiando di passare il 90% o peggio il 100% del tempo a guardare tutto attraverso un dispositivo inorganico, indiretto, inutile. Godetevi il piacere di una foto, di un video quando ne siete partecipi voi e gli altri, quando la voglia del ricordo prevale l'idea di pubblicare per far morire d'invidia o per rendersi più interessanti degli altri (sempre sui social), quando c'è la voglia di stare nel momento. Che poi a dirla tutti ormai il mito "la vita degli altri è sempre più bella della mia" è anche demodè; conosci di quelli che pensi che siano belli e impossibili e scopri che la fidanzata/o ha l'amante, la vacanza se la sono fatta con l'offerta di groupon, hanno istinti suicidi e sono scazzati esattamente come noi. Amo sempre ribadire che siamo essere umani e aldilà dei soldi, della bellezza e delle proprietà, lottiamo tutti per le stesse identiche cose e desideriamo tutti le stesse identiche cose: un amore sincero e duraturo, risanare il rapporto con i genitori, guarire da una malattia, guarire da uno stato mentale, desiderare di voler amare la propria vita ed essere felici. Tolti i beni materiali siamo tutti uguali.
... Non faccio più caso ai telefonini, decido di perdermi qui e adesso e lascio che la musica mi prenda, non lascerò che nessuno spezzi il legame tra me e il palco. Salto, urlo, sono felice, sono veramente felice, non penso a nulla semplicemente esisto e il cuore va a ritmo di musica, mi lascio trasportare da quell'animale da palcoscenico di nome Piero Pelù e lascio che sia lui a guidarmi in posti che non conosco. Le mani alzate al cielo quasi a voler toccare le note e la musica fa viaggiare senza partire.
Ps: io le mie foto ricordo le ho fatte nell'attesa, prima che iniziasse il concerto, con le facce entusiaste e trepidanti e a fine concerto, quando il Diablo aveva spezzato la magia e la sinergia tra palco e pubblico e presentava gli altri componenti del gruppo. Poi ho fatto un video di un 1 minuto scarso, sempre durante le presentazioni finali, al batterista perché me ne sono innamorata.
Ricordare: dal latino recordari, derivazione di cor cordis "cuore", in quanto dagli antichi era ritenuto sede della memoria.
(fonte google)