Parigi o cara – Vittorio Caprioli

Creato il 12 maggio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

12 maggio 2014 1 commento

Franca Valeri e’ Delia Nesti, nel curiosissimo e per certi versi ossimorico ruolo di prostituta nobile. Donna chic e snob, estremamente attenta alla forma ed avara sino all’eccesso, tutto si puo’ dire di lei fuorche’  non sappia amministrare il proprio denaro, essendo oltretutto aggregata ad una societa’ per cosi’ dire, di prestito personale.
Vita in fin dei conti ordinaria la sua ma con un sogno, Parigi. La capitale d’oltralpe rappresenta una speranza, una meta, una filosofia di vita e di stile.
Il filo rosso che la lega a quella citta’ e’ rafforzata dalla presenza di un fratello che lascio’ l’Italia molto tempo prima e residente la’ in pianta stabile.
Un bel giorno decide di compiere il grande passo e cambiare vita in ogni senso possibile, raggiungendo finalmente la citta’ francese. Molto presto pero’ i sogni s’infrangono sugli scogli della realta’, iniziando col ritrovare si il fratello ma pederasta e artista di mezza tacca in qualche topaia di periferia.
Da casa sua come una piccola bomboniera quale era, passa ad una soffitta polverosa e ammuffita e non si puo’ dire che l’ambiente che la circonda contenga quel carico di charme che poteva aspettarsi. Anche il suo futuro non realizzera’ le ambizioni di grandezza sperate, riservandole un destino dal quale tutto sommato, non puo’ fuggire e riportandola a ben piu’ miti ambizioni.
Di Franca Valeri sappiamo tutto e che le sue caratterizzazioni abbiano influenzato gran parte della comicita’ al femminile sino ai giorni nostri e’ pleonastico ricordarlo.
"Parigi o cara", film con un soggetto praticamente nullo, si regge esclusivamente sulle sue spalle anche perche’ non ammette altri ruoli che comunque restano sullo sfondo della sua interpretazione.
In Delia Nesti troviamo la summa scenica e tecnica del suo bagaglio artistico, unendo in un sol colpo la nobile flemmatica e la burina di periferia, grandi sogni ma sogni da sciampista rovinata dai rotocalchi, una Madame Bovary plagiata non dalla letteratura ma dalla mondanita’.
Il contrasto tra miseria e nobilta’, d’animo s’intende, cosi’ come l’accentuazione misantropa, spocchia asettica timorosa di ogni contatto umano che vive con la prostituzione, e’ la vis comica sulla quale si sviluppa la storia scritta da Caprioli, ricordiamo marito nella vita, interprete, nonche’ regista della pellicola, alla quale ha collaborato, sin dal testo mettendo dentro moltissimo del proprio intendere il personaggio.
Potente ancora oggi ad oltre mezzo secolo di distanza, si scopre, se proprio ve ne fosse bisogno, quanto la Valeri sia stata una risorsa del nostro spettacolo. E’ tutto qui, vedere per credere.

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