Savona- Dopo il grande successo di Michelangelo Pistoletto al Louvre, Parigi sta celebrando un altro grande artista italiano contemporaneo, Giuseppe Penone.
Nei giardini di Re Sole, a Versailles, fino al 31 ottobre sono infatti esposte, con grande successo di critica e pubblico, ventidue sculture dell’artista di Garessio, ma che ha sempre gravitato nell’area savonese. Le sue opere svettano nel viale Reale che conduce in lunga prospettiva allo Chateau Grand Canal e investe il Bosquet de l’Etoile.
Opere che con grandiosa maestà conquistano tutti, non solo gli addetti ai lavori. “ Per Penone- ci ha confessato Adalberto Guzzinati, giornalista e critico d’arte- si tratta della consacrazione. Mi spiego meglio: Giuseppe era già considerato uno dei più grandi artisti italiani della seconda metà del Novecento, ma si trattava di una fama consolidata più che altro fra collezionisti, galleristi ed addetti ai lavori, agli esperti insomma. Ora questa grande visibilità che gli è stata data da Versailles lo renderà noto proprio a tutti e lo renderà artista universale. Fino ad oggi infatti erano soprattutto i mercati europei a conoscerne il valore. D’ora in poi anche i collezionisti cinesi e statunitensi cercheranno di accaparrarsi le opere del maestro degli alberi”.
Penone, uno dei grandi maestri dell’arte povera, ha collocato le sue opere nei famosi giardini realizzati dall’architetto e paesaggista di Re Sole, Andrè Le Notre. La sua è forse una delle mostre più riuscite, che meglio si adatta all’ambiente. Prima di Penone altri grandi artisti come Jeff Koons, Takashi Murakami, Bernar Venet e Joana Vasconcelos hanno cercato di inserire le proprie creazioni in questo ambiente suggestivo, ma Penone è riuscito ad entrare in perfetta sintonia con l’ambiente. Penone ha fatto del rapporto uomo – natura il centro della propria poetica: “ Il cuore del suo lavoro- ci ha detto Daniele Decia della Dars di Milano che a Penone ha di recente dedicato una bellissima copertina- è proprio lo scambio continuo, l’osmosi fra natura ed umano. Questo è anche la genesi costante della sua ispirazione e ne rappresenta la memoria genetica. L’albero infatti rappresenta l’uomo ed è l’elemento centrale della sua produzione”. A confermare le opinioni di Guzzinati e Decia è stato poi lo stesso artista: “ Le mie sculture in bronzo – ci ha raccontato Penone- sono fatte a partire da alberi che sono stati abbattuti perchè vittime di tempeste o malattie. Questi lavori sono riflessioni sulla struttura dell’albero come scultura: l’albero è un essere vivente che memorizza il suo vissuto e le sue necessità nella sua forma, è una scultura esemplare. E’ come se lo scultore riuscisse a memorizzare tutti i gesti della sua vita, e se tutti i gesti della sua vita avessero una necessità e un interesse. Il parco di Versailles è un luogo emblematico, la sintesi tra il pensiero occidentale e il rapporto tra uomo e natura. Realizzato per esaltare il potere di un uomo, sottolinea di fatto la forza e il potere della natura”.
CLAUDIO ALMANZI