Nei giorni scorsi una significativa manifestazione di protesta di un gruppo di parigini di origine congolese si è svolta a Parigi, di fronte al centralissimo e lussuosissimo “Apple Store”,inaugurato di recente nella piazza dell’Opera.
Lo slogan della protesta recitava :”Otto milioni di morti Congolesi per i vostri i Pad”.
L’obiettivo dei manifestanti era ed è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, la gente e soprattutto i consumatori di prodotti ad alta tecnologia,oggetti presenti ormai in quasi tutte le case, sul traffico di minerali come il coltan e la cassiterite , materie prime estratte in condizioni disumane anche dai bambini nelle miniere congolesi, che sono utilizzate per la fabbricazione di innumerevoli strumenti elettronici tra cui il pc, i telefoni cellulari, gli i Pad, gli hi fi , i televisori, i decoder, gli scanner e le stampanti.
La provocazione plateale non è certo il rifiuto delle tecnologie, che è antistorico oltre che impossibile, ma rendere consapevoli le persone dell’alto prezzo che le tecnologie, che noi usiamo con disinvoltura, comportano a migliaia di uomini, donne e bambini in Congo, perché purtroppo il traffico delle materie prime alimenta la destabilizzazione del Paese tramite rivenditori congolesi collegati alle Fdlr ribelli.
Dunque, ancora sangue, tanto sangue. In Africa. In Congo. Anche con il nostro involontario e magari inconsapevole concorso.
E, perciò, sarebbe il caso di porre momentaneamente un solenne alt!!!!
In poche parole rivedere (rivolto ai produttori di tecnologie), per un attimo, le modalità delle transazioni (come? /con chi?) all’interno di questo genere di commercio.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)