Parigi-roubaix 2014: a sorpresa trionfa terpstra

di Nicola Pucci

Cari appassionati di ciclismo, benvenuti sulle strade dell’Inferno del Nord, ovvero la Parigi-Roubaix 2014, edizione numero 112. E benvenuti, soprattutto, nel nuovo regno di quel diavolo di Niki Terpstra, che per la prima volta in carriera si impone nel velodromo dei suoi sogni di ragazzo sfruttando alla perfezione il gioco di squadra della Omega Pharma-Quickstep.

Il podio della Parigi-Roubaix 2014: Degenkolb, Terpstra e Cancellara – da telegraph.co.uk

Si parte da Compiegne, periferia di Parigi, e dopo qualche chilometro otto attaccanti se ne vanno in cerca di gloria. I loro nomi sono poco noti al grande pubblico, ma meritano un riconoscimento alla loro fatica: Boucher, De Haes, Schillinger, Kolar, Koretzky, Jarrier, De Troyer, Murphy. Guadagnano oltre nove minuti di vantaggio, ma i 28 tratti di pavè logorano i loro muscoli e il gruppo si avvicina. La Foresta di Aremberg è tra i momenti più spettacolori e importanti della corsa, ai -92 riduce a quattro superstiti il plotone di testa, Schillinger, Jarrier, De Troyer e Murphy che poi cede.

Ma è l’Omega Pharma-Quickstep di Boonen a dare l’impronta alla corsa. Ai -79, nel tratto in pavè di Hornaing, quattro stelle di difficoltà e 3700 metri di lunghezza, il gruppo va in frantumi e tra i favoriti rimangono in prima linea Boonen, Terpstra, Hushovd, Van Avermaet, Phinney e Vanmarcke. Cancellara è attardato da una caduta di un compagno, insegue e rientra, fuori dai giochi invece Kristoff. Sulle pietre le carte si rimescolano continuamente. Ai -64 attacca deciso Boonen, che nel settore di pavè numero 13, Beuvry, si leva di ruota Wiggins, primo trionfatore del Tour de France a presentarsi al via dai tempi di Greg Lemond, anno 1994. Il fiammingo stacca il gruppo e con alcuni contrattaccanti, tra cui il pericoloso Thomas del Team Sky, piomba sui fuggitivi della prima ora ai -61 dal traguardo.

Sembra un azzardo, ma Boonen è scatenato e nel tratto di pavè di Auchy-Bersée si forma un quintetto al comando con il capitano dell’Omega, Thomas, De Backer, Tankink e Martinez. Sui primi rientra un brillantissimo Hushovd, mentre Cancellara corre al coperto e Sagan torna sotto con Degenkolb, Wiggins, Boasson Hagen e Filippo Pozzato. Si entra negli ultimi 50 chilometri di corsa ed ancora una volta frammenti di plotone si compattano alle spalle dei fuggitivi. Mons en Pevele è da sempre un settore decisivo, cinque stelle di difficoltà e 3000 metri di lunghezza. Hushovd lo affronta in testa seguito da Boonen, i due aggrediscono le pietre ed il vantaggio sale oltre i 50 secondi.

Ai -35 dal traguardo Boonen tenta l’allungo, ma spreca energie preziose, esce dal gruppo Sagan che con Wijnats, corridore della Belkin, si riporta sui primi. La Trek lavora per ridurre il margine e tenere Cancellara in lizza per la vittoria, la gara è avvincente e il finale incerto. Sagan è un fenomeno, lo sappiamo, e ai -22 prova addirittura la fuga. A Camphin en Pevele Vanmarcke attacca con Cancellara portandosi dietro Stybar e Degenkolb, i quattro hanno Sagan nel mirino e al Carrefour de l’Arbre, 2100 metri e 5 stelle di difficoltà, la sfida tra i migliori si infiamma. Sagan è raggiunto ed un quintetto si forma al comando, dietro Boonen, mai domo ma a corto di benzina, cerca di ricucire lo strappo con Terpstra, Thomas, uno strepitoso Wiggins, Langeveld e De Backer.

Ai -9 l’aggancio è cosa fatta e undici campioni andranno a giocarsi la vittoria. Boonen, Sagan e Degenkolb sono i più veloci in un eventuale arrivo allo sprint, ma ai -5 Niki Terpstra gioca la carta a sorpresa, saluta l’ingombrante compagnia e in contropiede beffa tutti, anticipando Degenkolb e Cancellara che completano il podio. Giù il cappello, è olandese il nuovo padrone dell’Inferno del Nord.

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