Magazine Arte
Sono tanti i pensieri che si affollano in testa, tante le emozioni. È da ieri che ci penso, e sono combattuta tra la voglia di scrivere e la voglia di tenere per me tutto questo marasma di sensazioni e rabbia.Se mi metto a scrivere credo uscirebbe un fiume senza capo né coda, specchio di tutti i contrasti che si alternano in me, se non scrivo mi sembra di restare indifferente, di non partecipare al mondo.Ma voglio scrivere il minimo indispensabile, preferisco comunicare col mezzo che mi è più congeniale, cioè la pittura.La realtà è che tutti siamo indifferenti e ci svegliamo solo quando il nostro orto viene invaso dalle cavallette, se le locuste divorano i campi altrui continuiamo con la nostra vita. I morti di Parigi non sono più importanti dei Siriani o degli Africani ma hanno più risonanza, ci rappresentano, ci fanno sentire la guerra in casa e ci fanno sentire possibili bersagli. Ogni giorno è guerra e morte, ma solo se la guerra ci arriva in casa ne siamo scossi, e tutti a mettere la bandiera francese sul proprio profilo Facebook... Allora voglio le bandiere di tutti i popoli sopraffatti dal terrorismo, voglio tutte le bandiere di chi è prigioniero, ucciso, martoriato.Troppe cose non vanno, troppo difficile capire, accettare, sopportare. Si va avanti con la propria vita finché non siamo sfiorati dalla tragedia. Possiamo fare altrimenti?