Parigi è sempre Parigi. In qualsiasi periodo dell’anno. Che siate amanti della cultura, dell’arte, della fotografia, del buon cibo, della moda, questa è la città giusta dove trascorrere un weekend (lungo) o un soggiorno più prolungato. Gli spunti sono davvero tanti. Anche per gli appassionati gourmet. Ecco allora qualche suggerimento per trascorrere un soggiorno a Parigi all’insegna del gusto, del buono e del bello sotto la Tour Eiffel.
Come visitare la città Il modo più originale che io abbia mai provato per visitare Parigi è stato quello di salire su una 2CV. Sì avete capito bene. Dal 2003 4 roues sous un parapluie organizza dei percorsi “fuori dal tempo” tra le strade della Ville Lumière (e non solo). La 2CV è parte del patrimonio industriale e culturale francese, ed è conosciuta in tutto il mondo. E credetemi, salire su un’auto vintage con autista risveglia tutti i sensi: l’udito, sentendo il rumore del motore, la vista guardando attraverso la capote, il tatto toccando i suoi morbidi sedili di velluto. Una curiosità: il nome di questo gruppo che organizza itinerari a tema su una 2CV a Parigi e in Francia è “Quattro ruote sotto un ombrello”, in onore alla descrizione che Pierre–Jules Boulanger, direttore di Citroën nel 1935, faceva di questo veicolo.
Dove dormire Ha aperto un paio di anni fa l’Hotel Molitor. Siamo nella zona residenziale del XVI arrondissment, in uno dei luoghi simbolo della Parigi d’altri tempi. Già perché questo luogo, oggi trasformato in un hotel di lusso con un’attenzione particolare all’arte e al benessere (al suo interno si trova la più grande Spa by Clarins di tutta Europa) è conosciuto da tutti i parigini per aver ospitato, dal 1929, la piscina simbolo della città. Oggi la piscina c’è ancora e il Molitor, che è dotato anche di una swimming pool interna, è una vera e propria oasi nel cuore di Parigi. E qui dove il bello (in tutti i sensi) regna sovrano, anche la cucina merita di essere provata: il menù è firmato dagli chef Yannick Alléno e Julien Mercier; le colazioni sono un tripudio di proposte dolci e salate (da non perdere i pancakes); la terrazza, sul rooftop, il luogo estivo più ambito per esclusivi aperitivi e serate a tema.
La scuola di cucina. Se volete imparare qualche segreto sulla cucina francese (e non solo) l’école de cuisine Alain Ducasse è il luogo giusto. In uno spazio di 700 mq dotato di quattro aule didattiche, una cantina, un negozio e una sala riunioni, la scuola offre corsi dedicati al mondo del cibo per tutti i livelli. Dalla cucina di tutti i giorni a quella della tradizione, da quella salutare alle ricette dedicate a chi deve imparare le basi di ogni preparazione. L’ambiente è moderno, confortevole, i docenti coordinati dall’executive chef Julian Mercier sono professionali e ogni lezione termina con l’assaggio di quanto preparato in classe.
Dove mangiare. A Parigi non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’offerta gastronomica è immensa e, anche se non mancano locali prettamente turistici, la possibilità di mangiare bene è davvero ampia.
Basti pensare che in città ci sono oltre 80 chef stellati che lo scorso gennaio sono stati invitati dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo nei grandi saloni dell’Hotel de Ville per una cerimonia in loro onore. L’accoglienza e la tradizione della gastronomia francese sono state, sono e saranno leve importanti per risollevare quella gioia di vivere che rende unica questa città nel mondo e il grande evento in cui si è riunito il meglio della ristorazione parigina ha voluto lanciare un forte segnale a questo riguardo.Stellati a parte (una sosta nella più classica tradizione culinaria francese va fatta, però, almeno una volta nella vita in locali come La Grande Cascade che ha sede all’interno della residenza di caccia di Napoleone III nel Bois de Boulogne) voglio raccontarvi di un’altra esperienza unica che mi ha coinvolto nel mio ultimo viaggio a Parigi. Si tratta di una cena di social eating, di cui tanto si è sentito parlare anche in Italia. Bene, a Parigi e in altri 60 Paesi sta spopolando la piattaforma di VizEat dove la tavola accomuna, anche gli sconosciuti. E così, grazie all’idea dei fondatori Jean-Michel Petit e Camille Rumani si entra nelle case della gente per una cena informale che può essere in una grande abitazione o in piccolo studio. Io sono stata da Diane Jos, che di mestiere fa anche l’apicultrice. Nel suo incantevole appartamento con vista su tutta la città abbiamo trascorso una serata all’insegna della convivialità e del buon cibo apprezzando quanto le esperienze più disparate e le culture più diverse possano in realtà essere un ottimo punto di incontro. La cena è terminata con una degustazione di miele perché lei, sui tetti di Parigi, alleva le api e tiene corsi di degustazione.
Curiosità. Sapete dove gli chef della Ville Lumière acquistano ogni giorno le materie prime per i loro clienti? Al Rungis, il più grande mercato del mondo. Qui ogni giorno lavorano 12 mila persone, in uno spazio di oltre 200 ettari suddiviso in sette settori: frutta e verdura, prodotti a base di carne, pollame, pesce, prodotti lattiero-caseari e gastronomia, prodotti biologici, orticoltura e decorazione. Costruito nel 1969, ha soppiantato quello che Èmile Zola definì il “ventre di Parigi”: Les Halles. Oggi per un giro nel mitico quartiere tra storia e buon cibo, ci si può rivolgere a Meeting the French che organizza tour legati alla gastronomia francese; altri percorsi sempre legati al cibo li conduce Guillaume Le Roux con il suo Le Vrai Paris. Il tour più curioso? Quello legato al cibo da strada ai piedi di Montmartre.
Per maggiori informazioni sulla città potete consultate l’Ufficio del Turismo di Parigi e l’Ente per lo sviluppo del Turismo Francese. Buon viaggio!