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Parigi val bene una strage

Creato il 08 gennaio 2015 da Conflittiestrategie

 

europa
La strage di Parigi, al giornale Charlie Hebdo, innalza il livello dello scontro in Europa…non tra fondamentalismo islamico e mondo libero, come qualcuno potrebbe emotivamente pensare, bensì tra movimenti antieuropeisti/sovranisti ed il resto della marmaglia filo-occidentale che ha portato i nostri paesi sull’orlo del baratro finanziario e della disfatta sociale. Il fatto che ad avere le mani macchiate di sangue siano gli oltranzisti del Corano non risolve il caso. Certamente, costoro hanno commesso il fatto ma le ragioni di questa nuova strategia della tensione non sono metafisiche. E i manovratori, che ne sanno una più del diavolo, non sono i figli di Allah, manovali ciechi di progetti più grandi persino della loro esaltata fede ma architetti coni piedi ben piantati su questa terra. Oggi in Europa avanzano partiti ed organizzazioni che contestano apertamente le scelte di politica estera ed economica (che badate bene sono strettamente collegate tra loro data la fase storica multipolare) dei loro governi e di quello comunitario centrale.
Il consenso popolare verso leader come la Le Pen, la quale parla deliberatamente di mettere fine alla sudditanza della Francia dai burocrati di Bruxelles e dai loro tutori statunitensi, cresce costantemente e mette in pericolo il piano delle caste atlantiche di trasformare l’Europa in un territorio cuscinetto tra Usa e potenze “non allineate” ad Est. L’Europa come campo di battaglia delle disfide geopolitiche del XXI secolo.

Parigi, in particolare, potrebbe rappresentare un esempio per le altre capitali europee perché essa è da sempre il cuore politico dell’Europa. Il FN può diventare il faro che illumina la rotta dei sovranisti di tutto il continente, fino a rompere l’accerchiamento egemonico che Washington ha costruito intorno all’Ue, con il beneplacito dei suoi agenti nelle euroistituzioni e nei vari governi nazionali.
Non a caso, da qualche tempo, i mezzi di informazione mainstream parlano di internazionale dell’odio, ogni qual volta devono fare riferimento a tale variegata galassia di contestatori dell’ordine costituito. Questa rappresenta un problema non secondario al fanatismo islamico nella testa degli attuali gruppi dirigenziali filo-occidentali. Anzi, si tratta per loro di un dossier che espone a rischi profondi e dirimenti, persino superiori a quelli generati dal settarismo islamico.

Gli attentati di Parigi, infatti, contrariamente a quanto sostenuto da molti rimestatori nel torbido, non costituiscono un vantaggio per il FN, che della resistenza culturale all’islamismo e all’immigrazione dalle aree crocevia di quella religione, ha fatto i suoi baluardi (insieme alle campagne ostili ad ulteriori cessioni di sovranità agli organismi sovraterritoriali europei). E’ esattamente l’opposto, in quanto le situazioni di emergenza nazionale determinano la formazione di coalizioni di unità patriottica dalle quali vengono escluse le ali estreme o più radicali, come appunto il FN.
Vogliono arrestare l’ascesa della Le Pen e scoraggiare chiunque, ovunque risieda in Eu, dal seguire il suo cammino antisistemico. Il Fatto Quotidiano scrive oggi: “…l’attentato sanguinario sarà utilizzato per cavalcare una campagna contro l’islamismo e, quindi, l’immigrazione che ne è portatrice”. Non è il solo a pensarla così e non è l’unico ad addebitare questo clima di terrore all’affermarsi in Europa di “partiti populisti o apertamente xenofobi”, dal Fn all’Ukip, fino ai partiti gemelli che seguono le medesime orme in Italia, Olanda, Grecia, Svezia ecc. ecc.
Il teorema è dato, le provocazioni non si fermeranno e nemmeno possibili altri atti di terrorismo di Stato. Guardatevi le spalle voi che non ci state a curvare la schiena ai prepotenti.


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