“Arrivo in un dream-team. Ho voluto fare parte di questo progetto. Parigi è il futuro. Sono molto orgoglioso di essere qui”. Chi ha detto queste parole? Zlatan Ibrahimovic. Quando? Il giorno in cui si è presentato ufficialmente come nuovo giocatore del Paris Saint-Germain, nemmeno un anno fa. E oggi…la pensa ancora così?
La luna di miele di Ibra e Carletto sotto la Torre è già finita
“Leonardo mi aveva avvertito sul fatto che Parigi fosse molto diversa da Milano, all’inizio per me non è stato facile. Anzi, direi che tutto l’anno non è stato molto facile”, confessa il povero Ibra, che ha raggiunto il record di goal del mitico Papin (30) ed il record negativo di sorrisi in un’intera stagione. Pochi, molto meno dei fischi che un’improvvisamente esigente pubblico del Parco dei Principi (dopo 20 anni di vacche anoressiche) ha pensato bene di indirizzargli.
“Perle ai porci”, avrà pensato lo svedese, che entrando in più del 55% dei goal parigini ha praticamente regalato da solo lo ‘scudo’ al club capitolino. Parigi è una città romantica, ma Ibra non è riuscito ad innamorarsi. L’unico felice del trasferimento in rouge et bleu è il suo portafoglio, mentre i malumori del calciatore, del professionista, emergono puntualmente ogni qual volta le cose non prendono la giusta piega.
Succede dopo un brutto primo tempo con il modesto Troyes, al termine del quale Ibra non ha problemi a dire ai compagni che “i miei figli giocano meglio di voi”. Succede addirittura dopo la festa per il titolo, quando si scaglia contro Leonardo, reo di averlo dato in pasto ai giornalisti, impedendogli così di festeggiare coi compagni.
Non decolla il progetto PSG: tanti milioni, poche motivazioni
Succede soprattutto quando Ancelotti decide che la sua avventura sotto la Torre è già arrivata al capolinea. Il Real Madrid chiama. Il PSG non è il Real Madrid.
E’ la botta definitiva per Ibra: “Ancelotti è meglio di Mou. Non so se resto se lui parte”, dichiara senza mezzi termini. In Francia intanto assicurano: “vuole essere ceduto”.
Inizia la fuga da Parigi. Il progetto PSG è appena iniziato, ma gli architetti chiamati per realizzarlo non vogliono più continuare i lavori. E non è certo una questione di soldi.
Anche se la super aliquota per i milionari varata dal presidente francese Hollande non è certo da escludere dalle cause dei mal di pancia.
Poi ci sono gli altri motivi, gli altri perchè che rendono il PSG un’illusione dorata. Per esempio la stessa Ligue 1, un campionato che sta stretto alla superpotenza parigina.
L’arrivo del Monaco ‘dei russi’ potrebbe migliorare le cose in termini di competitività, ma la verità è che il Paris Saint-Germain – a differenza delle altre ‘petradollarizzate’ Chelsea e Manchester City – è ancora considerato un club dove si va esclusivamente per riempire la bacheca del conto in banca.
L’incentivo è la Champions, ma in quel caso la competizione è troppo alta e per alcuni il tempo scorre. Ecco perchè Ancelotti manda a quel paese il suo contratto da paperone fino al 2015 col PSG e si lancia tra le braccia del Real Madrid. Ecco perchè Ibra ha nostalgia dell’Italia e Lavezzi arriva a rimpiangere (ad ogni intervista) il caotico affetto di Napoli.
Marco Trombetta