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Parks nega la pinta di Heineken alle Zebre, Biarritz fuori

Creato il 19 gennaio 2013 da Rightrugby
Parks nega la pinta di Heineken alle Zebre, Biarritz fuori Si chiude con la sesta sconfitta su sei uscite la prima Heineken Cup delle Zebre, che a Galway perdono per 25-20 contro il Connacht. La franchigia federale rimane vicina nel punteggio nel primo tempo (12-6), ma con poco possesso tra le mani, mentre nella ripresa si affaccia in attacco, costruisce e trova anche una bella meta, con cui Ruggero Trevisan al 59' riapre i giochi, quando il punteggio è di 19-9 per i padroni di casa: un ottimo Daniel Halangahu riceve il lento scarico palla-uomo del mediano di rincalzo Luca Martinelli (peraltro buono il suo ingresso al netto da altri errori da inesperienza: accelera le operazioni) e sotto pressione trasmette immediato a Giovanbattista Venditti in taglio a sinistra, creando la superiorità numerica che consente all'ala di esplorare il varco, quindi con l'assistenza di Matteo Pratichetti l'ovale arriva all'ala che marca nell'angolo. Il tentativo di trasformazione dell'australiano è il suo unico errore della serata e le Zebre mancano il pareggio (19-17), mentre al solito a Galway piove ma la proverbiale ventosità è solo una leggere brezza. Il Connacht era andato a segno con una penalty try assegnata dall'arbitro francese Pascal Gauzere al 45': serata difficile per la mischia parmense con la prima linea Totò Peruigi - Davide Giazzon - Luca Redolfini, che non resiste all'ingaggio sulla linea dei propri 5 metri, arriva il vantaggio per il Connacht, il mediano Kieran Marmion parte dalla base avanzante e quando viene placcato e il tentativo sfuma, lo sbrigativo arbitro francese assegna direttamente la meta tecnica senza affibbiar gialli. 
E' la sveglia per le Zebre che finalmente si propongono, dopo averci provato ad inizio ripresa con una folata di cinquanta metri di un ottimo Venditti che dai propri 22 resiste agli urti e arriva fino in mezzo al campo. Halangahu accorcia dalla piazzola (19-12), approfittando dell'indisciplina degli irlandesi (settimana scorsa per loro tre gialli nella trasferta al The Stoop) e del loro calo di concentrazione e fisico, vistoso quest'ultimo anche nell'imprecisione al piede del 35enne Dan Parks altrimenti perfetto come sempre: colpisce un palo e non trova un paio di penaltouche preziose in profondità (buona anche la copertura dello spazio da parte di Trevisan). Le Zebre ne approfittano e passano avanti nel punteggio al 69', su fallaccio in rimessa laterale degli irlandesi : 19-20. Ma anche per i bianconeri pesa un calcio di punizione concesso negli ultimi minuti da Van Vuren, per il resto ottimamente aggressivo in difesa, poi nell'ultimo sussulto offensivo l'apertura scozzese infila il secondo drop di giornata, al 74', per il 25-2o definitivo.  Nella realtà l'ultimo sussulto spetta alle Zebre: ennesima punizione guadagnata, penaltouche, maul apparentemente perfetta innescata da Van Vuren, irlandesi in arretramento ma tutto si scioglie inesplicabilmente a due metri dall'ingresso in area di meta, senza falli troppo evidenti. Paura, o meglio inabitudine a vincere, cioè ad eseguire perfettamente quando non c'è più domani?
Il rammarico per l'ennesima vittoria possibile sfumata non dovrebbe nascondere la soddisfazione per una prova a testa alta e diverse occasioni per prevalere; con tutte le (legittime) critiche che si posson fare alla franchigia federale, mai dimenticarsi che questo è il rugby, e gli animi più impazienti posson ripiegare al "più democratico" e indeterministico calcio.

Evidente il cambiamento da una frazione all'altra nella franchigia federale: la squadra di Christian Gajan sistemo le cose in prima linea con gli ingressi di Carlo Festuccia, Matias Aguero e David Ryan che ripristinano un minimo di resistenza  ai piloni opposti Brett Wilkinson e Nathan White, l'ex capitano dei Waikato Chiefs. Alle Zebre sembra necessario andare sotto e subire per avere la scossa e sprecano una preziosa occasione quando Luca Martinelli, entrato ad inizio secondo tempo per Alberto Chillon, cede il possesso al centro avversario Eoin Griffin da un raggruppamento sui 5 metri: finge il passaggio per l'accorrente Mauro Bergamasco, (volitiva e finalmente impeccabile, da esempio la prova del veterano: le mostrine da capitano sembrano fargli gran bene), cambia idea e punta dritto ma quando trova la porta chiusa, invece di tener palla e fissare il punto tenta frenetico di allargare, trovando solo la zucca di Ryan a sostegno e l'azione sfuma. Tito Tebaldi, schierato estremo si trova oscurato al cospetto del  dirimpettaio Robbie Henshaw: segnatevi questo nome, il fullback 19enne si mette in evidenza (foto) sotto gli occhi del manager della nazionale irlandese Declan Kidney e si aggiudica il titolo di Man of the match, inaugurando la sua serata con una serpentina a partita appena iniziata che non rimarrà unica, raccogliendo un calcio alto di Tebaldi che si dimentica di placcarlo, come del resto altri tre suoi compagni. Difesa delle Zebre che al contrario si fa sentire con il passare dei minuti, più col pack che coi trequarti. Il pubblico di casa si ritrova silenzioso quando scattano gli ultimi dieci minuti e deve ringraziare il pilone di riserva James Cooney, che a un manciata di minuti dal fischio finale, si ritrova in mano il possesso da una maul avanzante crollata della squadra con base a Parma. 
La Pool 2 chiude così i battenti con le Zebre che per lo meno cancellano lo zero dalla classifica finale con il punto di bonus difensivo, mentre il Connacht termina con l'incredibile bilancio di tre vinte, tre perse e 12 punti. Stesso curriculum del Biarritz, secondo con 15 e sconfitto in casa dagli Harlequins, già sicuri della qualificazione ai quarti ma che salgono così a 28 punti (6 vinte su 6) che assicurano un quarto di finale tra le mura amiche. Nei Paese Baschi finisce 16-9 per i campioni inglesi, gli ospiti segnano alla mezz'ora l'unica meta da ... Guest con Tom Guest schierato a Numero 8, meta che consente ai Quins di essere avanti all'intervallo per 10-3. Dimitri Yachvili firma i punti dei rassegnati Biarrots dalla piazzola, gli risponde Nick Evans. I baschi salutano la HCup, sperando di entrare almeno nel tabellone di Challenge Cup, titolo di cui sono detentori. Ma con soli 15 punti in carniere, ora l'è dura persino calare lì: dipende tutto da altri risultati (soprattutto quelli di Glasgow e Castres).

A proposito di Euro Challenge, l'unica partita per il secondo torneo europeo del venerdì vede Calvisano soccombere ad Agen per 19-9, tre mete a zero dopo un iniziale 0-6 dei bresciani, vantaggio che dura per tutto il primo tempo, chiuso sul 7-9. Poi solo i padroni di casa.
- Ospreys ambasciatori gallesi in Veneto
In attesa di affrontare la Benetton Treviso domenica pomeriggio a Monigo (ricordiamo il live commentary di RR a partire dalle 15.30), gli Ospreys domani sbrigheranno affari diplomatici in terra veneta: saranno ospiti della Villa Tiepolo Passi, a Carbonera (Tv), per un evento organizzato da Prosecco FIOL, marchio della società trevigiana 3GP, che da poco ha siglato una partnership proprio con la franchigia di Swansea. La quale ha attivo un rapporto di collaborazione e scambio sul terreno del rugby con un altro angolo veneto, Rovigo. A Villa Tiepolo sarà presente la dirigenza del club, in compagnia di esponenti della politica e della finanza gallese, rappresentati degli altri sponsor della squadra e giornalisti della BBC. Ospiti d'onore Rob Davies, proprietario degli Ospreys, e il segretario gallese al Parlamento europeo, Derek Vaughn. "La serata alla Tesa dei Tiepolo sarà all'insegna dello sport e della cultura veneta", commenta Alberto Passi, la cui famiglia è proprietaria della Villa.
Non è nuovo lo scambio di amorosi sensi tra le due culture, coi veneti ansiosi di evidenziare le affinità elettive  - tra le quali spicca il rugby e l'associato senso "gaudente" del buon vivere -  nei confronti di una Nazione edificata non grazie al suo (poco consistente) peso economico o allo spirito combattivo, ma esclusivamente sulla propria diversity culturale, sulla testarda volontà di mantenersi del tutto distinti rispetto ai "padroni" inglesi. A partire dalla lingua. Ci sarebbe molto da imparare dai "poveri" ma culturalmente solidi gallesi.

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