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Parla a chi lo guarda

Da Borful
Parla a chi lo guarda
Dalla serie "Appunti per gli occhi".

Credo che per interesse personale si guardi a noi stessi e a quello che abbiamo intorno. Questa è anche la ragione che mi spinge a fare fotografie. La macchina non è una mera superficie riflettente e la fotografia non è esattamente uno specchio appeso al muro che parla con una lingua confusa. Ci sono le prove, e le perplessità si risolvono nel momento fotografico più semplice e completo. Il dito della mente preme il pulsante sulla macchina incosciente e ferma il tempo trattenendo ciò che il suo diaframma riesce a circoscrivere e la luce ad annerire. In quel momento il paesaggio parla a chi lo guarda.

Lee Friedlander, Self Portrait, 1998.
(trad. di Pier Francesco Frillici, in "Sulle strade del reportage", Ed. Quinlan)


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