Tutte le volte che ti scopri a essere preoccupato/a, a temere per qualcosa, a rimpiangere qualcosa, a desiderare qualcosa che non puoi avere, a volere liberarti di qualcosa dalla quale non puoi liberarti, e così via in tutta la casologia varia e terribile delle seghe mentali, porta semplicemente l’attenzione al tuo corpo e scoprirai che il respiro è concitato, che il cuore sta battendo troppo velocemente, che lo stomaco è contratto, che hai le mandibole serrate, che i muscoli delle spalle e del collo sono duri come pietre.
E allora comincia a parlare con il tuo corpo, con i tuoi polmoni, con il tuo cuore, con il tuo stomaco, con le tue mandibole, con le tue spalle e con il tuo collo.
Tu non parli mai con il tuo corpo, non lo degni mai della tua attenzione, lo abbandoni sempre a se stesso, ai suoi processi automatici. Non devi stupirti poi se un giorno o l’altro il tuo corpo si ammala. Si è logorato nei suoi automatismi tensivi, nel suo stress solitario.
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Parla con il tuo corpo e dirgli di rilassarsi, perché non c’è niente che lo minaccia, è al sicuro nelle tue mani, tu lo assisti e lo proteggi.
Vedrai che alla fine il tuo corpo imparerà a rilassarsi. Per imparare a fare questo ti ci vorrà un po’ di tempo, ma ne vale la pena, ne va della tua salute, della tua felicità e della tua vita.
Se hai difficoltà a concentrarti sul tuo corpo, segui questo metodo: concentrati sul tuo respiro.
[tratto da Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita di Giulio Cesare Giacobbe, Ponte alle Grazie)
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