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Parla un vigile urbano. Ecco perché la rotazione non risolve la corruzione

Creato il 12 novembre 2014 da Romafaschifo
Parla un vigile urbano. Ecco perché la rotazione non risolve la corruzione
Si pensa davvero che i problemi di Roma o del Corpo si risolvano con le deportazioni degli agenti della Polizia locale? Io lavoro onestamente, non ho mai preso una mazzetta, non mi sono mai risparmiato nel mio lavoro, cerco quotidianamente di fare il meglio che posso per la mia città (e te lo dico col cuore), e per rigraziamento, mi devo vedere spostato dall'altra parte di Roma? Io al mio gruppo lavoro bene con i miei colleghi: conosciamo il territorio e le sue problematiche, sappiamo come agire, quando capire e quando essere severi, sappiamo come operare nelle diverse situazioni che conosciamo. Se mi spostano altrove, non conosco i colleghi, non conosco il territorio, non so dove mettermi le mani: e questa sarebbe un'azione intelligente? 
Al contrario, il mio collega corrotto, se se ne va da qua, arriva là dove ha una verginità, ricomincia come prima con gente nuova. Chi è bastardo lo è al Centro, in periferia, sulla Cassia, sull'Appia, ovunque. Per quei pochi porci che sono nel corpo si dovrebbe smontare tutto quel tessuto di conoscenza e di capacità operative che ci sono nei gruppi? Si dovrebbe cambiare la vita di migliaia di operatori che, sulla base del posto in cui lavorano, hanno comprato casa, mandano a scuola i figli e hanno relazioni sociali? Non morirebbe certo nessuno, ma la legge stessa non chiede le deportazioni, ma stabilisce la rotazione delle mansioni. 
E questa rotazione siamo noi stessi a chiederla da anni, ma nessuno provvede. Io lavoro in polizia stradale, dopo 5 anni, mi possono spostare in amministrativa, poi all'edilizia, poi al degrado urbano etc: io imparo e divento sempre più capace, nello stesso tempo continuo a operare e a monitorare quel territorio che conosco e che posso aiutare a migliorare. 
Contemporaneamente, se avessi qualche velleità di fare inciuci, non potrei nuocere perché dopo qualche anno che mi occupo di commercio, vado a fare viabilità e non potrei chiedere soldi a nessuno perché non avrei in mano nessuna pratica di commercio. Facendo ruotare gli agenti su tutta Roma, se faccio commercio al Casilino, lo andrò a fare a Monteverde: se prendo mazzette qua, le prenderò pure là. Questa è la realtà della proposta di Clemente: stessa mansione in gruppi diversi, non mansioni diverse nello stesso gruppo; la stessa legge anticorruzione propone la seconda ipotesi non la prima, proprio per non vanificare la conoscenza del territorio che è, invece, fondamentale. Non avremmo il diritto di dire che quello che ha proposto Clemente fraintendendo la legge è una cretinata che cambia la vita a gente onesta e la lascia, sostanzialmente, intatta ai farabutti?
La solidarietà dei cittadini non la pretendo né la chiedo: è il mio stesso lavoro che mi rende inviso alla gente e questo lo so: se multo sono un infame, se perdono sono un corrotto, fa parte del pacchetto completo che ho comprato quando ho firmato il contratto. Non ne sono contento, ma so che è così: mi addolora, ma che posso farci? Non mi serve nemmeno lavorare bene (come faccio e continuerò a fare), perché comunque farò parte di un corpo di corrotti, fancazzisti, infami e quant'altro. 
Se la deportazione andrà in porto, ti do appuntamento qui tra qualche anno: ci avranno stravolto la vita e le relazioni tra le ovazioni dei romani, ma staremo ancora a dire che Roma fa schifo per colpa di quei mazzettari, stronzi, bastardi dei viggili che mo' non sanno manco indicarti dove sta Viale Mazzini perché te rispondono "Boh, io qua ce sò arivato ieri e tra du' anni me ne vado".
Tino 

*Un testo a tratti interessante, è un commento tra le centinaia che sono stati inseriti sotto al nostro articolo di ieri circa lo stato di agitazione dei vigili. Per noi è una agitazione pro-corruzione (lo stipendio integrativo di una minoranza - quanto grande? - di agenti), ma le chiavi di lettura sono differenti. Una è questa. Curiosa, da leggere, ma francamente folkloristica a tratti. Folkloristica quando parla di "deportazioni" per un semplice trasferimento. L'agente della Polizia Locale dovrebbe sapere di essere stato assunto dal Comune, lato sensu, non certo da un gruppo territoriale. Altre considerazioni sono senza dubbio degne di nota, ma vorremmo chiudere con una domanda: se Tino si occupa di viabilità e di sosta e sostiene di lavorare bene, potremmo sapere in quale area di preciso opera? Perché noi di aree dove c'è gente che lavora bene (ovvero aree dove, giusto per dirne una, viene rispettato il Codice della Strada) non ne conosciamo neppure una. Ci faccia sapere dove lavora lei, Tino, vogliamo venire a vedere questo pezzettino di Zurigo immerso nella città più abbandonata a se stessa d'occidente. Vogliamo venire a vedere questo unico lembo di capitale d'Italia dove il quoziente di multe-per-addetto sono da città occidentale, non da paesone dell'estremo sud. Dicci, dicci dove Tino!
-RFS

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