I parlamentari regionali e nazionali condividono la scelta del loro segretario.
La deputazione agrigentina del Pdl e il partito nella quasi totalità seguirà Angelino Alfano nel nuovo, eventuale, gruppo “secessionista”.
Dopo pochi giorni dallo “strappo” consumatosi all’interno del Popolo delle Libertà tra il padre nobile Silvio Berlusconi e il suo “delfino” agrigentino, deputati e senatori della Città dei Templi hanno scelto la via dell’ “Aventino” al fianco di Angelino.
Si tratta di Nino Bosco e Riccardo Gallo Afflitto alla Camera e Giuseppe Marinello al Senato, mentre Giuseppe Ruvolo pare abbia deciso di non scegliere la strada del dissenso.
Tutto, ovviamente, è al momento congelato, anche a causa dell’immane tragedia consumatasi a Lampedusa, che ha bloccato la manifestazione pro Cavaliere di oggi, giorno della decisione della giunta sulla decadenza da senatore e la conferenza stampa dello “scissionista” Alfano che era invece prevista per ieri mattina.
“Al momento – spiega Nino Bosco – non vi è alcuna costituzione di gruppo ufficiale e, alla fine, speriamo non sia necessario farlo. Con la nostra scelta abbiamo anteposto a tutto l’interesse del nostro Paese, salvandolo da elezioni anticipate. Crediamo fortemente – continua – in Forza Italia e nel Pdl come partiti moderati privi di singoli estremismi, e siamo felici che il presidente Berlusconi ieri abbia deciso di votare la fiducia a Letta”.
“Sono più che certo – dice Riccardo Gallo – che la frattura si andrà a ricucire, anche perché è stata sì una vittoria politica di Alfano, ma in generale di una vittoria del Paese. In questo momento – aggiunge – c’è un patto generazionale che riguarda Alfano, Letta e Renzi, nei prossimi mesi comunque credo si capiranno meglio le dinamiche”.
“E’ stata un’operazione per il Paese, che non chiedeva di andare ad elezioni in un momento così debole – spiega Giuseppe Marinello-. Personalmente ero pienamente convinto che il presidente Berlusconi avrebbe votato la fiducia, nonostante le pressioni da parte di facinorosi che rappresentano un’area minoritaria del partito”.
- Un nuovo gruppo al Senato? “Non ne vedo l’utilità, dato che oggi come oggi siamo la maggioranza”.
Un po’ tutti, comunque, auspicano una ricomposizione della frattura, a tutti i livelli. Anche all’Assemblea regionale siciliana, dove pare siano in larga parte pronti a seguire la linea delle “colombe”.
“Spero realmente – dice Vincenzo Fontana – che la situazione si ricomponga. Del resto Alfano ha palesemente vinto, respingendo la linea dei ‘falchi’. Mi auguro che adesso non si voglia stravincere strappando in due il partito”.