Da genovese, la notizia , e l’evolversi della vicenda del naufragio della nave “Concordia”, l’ho vissuta con una certa angoscia e apprensione. Negli occhi le immagini del naufragio della London Valour sospinta dal Libeccio contro la diga foranea del porto di Genova, i tentativi eroici per strappare alla morte il più elevato numero dei membri dell’equipaggio e la fine dai contorni quasi epici del comandante della nave, il capitano Edward Muir. Era il 9 aprile 1970. (documentazione)
…Tornando all’attualità della “Concordia” ho potuto notare un grande richiamo alle esternazioni di pancia da parte sia dei soliti noti, sia di insospettabili. L’oscar forcaiolo, al garantista, ma solo per le malefatte berlusconiane Sallusti, che sul suo pezzo di carta titolava “Comandante Criminale”. Ritengo sia troppo comodo, oggi, pensare che la responsabilità di quanto accaduto sia solo del comandante di quella nave, che siano stati efficienti o meno gli apparati di rilevazioni elettronici di bordo. Abbiamo preso atto che, al fine di migliorare “l’immagine turistica”, dell’isola del Giglio, fare una “veronica” come alla corrida, rasentando la costa era cosa gradita e particolarmente apprezzata sull’isola stessa. Ritengo, non credibile che di queste performance non ne fosse a conoscenza la compagnia o che non abbia il controllo di quanto viene fatto durante la navigazione, ci sarebbe da preoccuparsi assai, della seconda ipotesi. Il transito di Navi o Traghetti, anche se a una distanza assolutamente di sicurezza, è destinato a sollevare “onde anomale” che normalmente provocano disagi a terra e che soprattutto lasciano “segni” . Trovo curioso che la capitaneria di porto del luogo che sicuramente compie un’azione di prevenzione sulla costa pregevole, nel far rispettare le distanze di sicurezza agli acquascooter e ad altri natanti di biportisti ferragostani o della domenica, non abbia mai avuto niente da ridire o non accorgersi di una presenza così ingombrante in prossimità della costa di un arcipelago così prezioso come quello toscano. Chiedere che sia accertata la verità su quanto accaduto, credo sia un preciso dovere nel rispetto delle vittime che ci sono state, penso che il patrimonio naturale del luogo esiga la verità per le conseguenze che dovrà subire o che comunque rischia allo stato attuale di subire. Il comandante per quanto sta emergendo non potrà mai essere neanche l’ombra del capitano Muir, ma i quarantadue anni che ci separano dal naufragio della London Valour ci hanno insegnato che sul mare, sia che siano carrette del mare, sia che siano moderni grattacieli sull’acqua gli interessi che muovono sono di gran lunga superiore alla massa d’acqua spostata dalla celebre spinta di Archimede.
Loris
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