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Parlare di politica

Creato il 17 ottobre 2012 da Speradisole

PARLARE DI POLITICA

PARLARE DI POLITICA
Stamane sono entrata nella libreria vicino a casa, la libreria Ulisse. E’ un’abitudine e mi piace andare a vedere se c’è qualcosa di nuovo e di interessante, sentire l’odore dei libri, sfogliarne alcuni, curiosare… La libreria vicino a casa è sempre un punto di riferimento per una breve passeggiata  e per una momento di relax.

Appena entrata ho sentito che parlavano di “primarie” e la cosa mi ha sorpreso piacevolmente perché è la prima volta che sento parlare di politica in modo così appassionate e soprattutto di Pd.

E’ un buon segno, significa che, almeno in alcuni, la politica ha la sua importanza e soprattutto chi fa politica è degno di essere ascoltato e non viene buttato nel calderone del “sono tutti uguali”.

Tuttavia, poco dopo, sono stata smentita. Sono andata in tabaccheria, sempre sotto casa, per pagare un bollettino (ed evitare la coda alle poste). Una signora, che aveva acquistato cinque pacchetti di sigarette e giocato al lotto, ha cominciato la “sua personale predica politica” dicendo che con quegli acquisti pagava le tasse. Ha poi cominciato  ad insultare quelli che «vanno a votare per quei comunisti e democristiani che c’erano trent’anni fa e che c’hanno messo tutte queste tasse» .

Ce l’aveva soprattutto con quelli dell’Emilia e della Toscana che  votano a sinistra. La sua conclusione è stata la solita solfa grillesca e travaglina del «sono tutti uguali, e non si può andare a votare perché non c’è nessuno che merita la nostra fiducia» Il tono di voce alto e quasi violento,  mi ha fatto pensare alla Santanché, e naturalmente, il coro attorno era unanime e conforme, sembrava difficile contraddirla.

Finita o quasi la predica della signora, educatamente e con voce pacata e tranquilla, ho “azzardato” a dire che «io a votare ci vado, e voto per quei comunisti che lei signora sta denigrando. Perché credo in quelle persone, mi danno fiducia, speranza e voglia di andare avanti, perché voglio con tutto il cuore mandare via questo schifo di destra che ci sta avvelenando l’anima e il corpo da vent’anni a questa parte e ci sta ammazzando di tasse».

Si è formato attorno uno strano silenzio. C’era persino incredulità sulla faccia di alcuni. Poi una signora ha preso coraggio e ha detto: «Anch’io ci vado, ho vissuto il dopoguerra ed ho fatto sacrifici enormi, non voglio che il mio sacrificio venga calpestato dai fascisti, amici di Berlusconi».
E’ bastato questo per accendere una discussione quasi infuocata e coinvolgere la platea su chi doveva pagare le tasse, su chi fossero i comunisti di oggi, su cosa ha fatto il bungabungaro a questo paese  e  via di seguito. Le persone presenti non erano molte perché il locale della tabaccheria è piccolo, ma tutte infervorate. Alla fine, la maggior parte delle persone, sarebbe andata a votare. Mi sono sentita come se avessi fatto un comizio!!!



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