In Guinea Conakry non erano mai stati segnalati casi di Ebola prima di questi ultimi mesi.
Alcuni specialisti dell’istituto Max Planck di Lipsia sospettano che il serbatoio animale sia costituito da alcuni pipistrelli della frutta.
Mentre uno specialista di medicina tropicale della Tulane University(Usa), un tale Daniel Bausch, che conosce bene invece la Liberia, avanza l’ipotesi della lunga guerra civile, che ha impoverito troppo tanto la Liberia che la Sierra Leone.
E ne ha ridotto così di parecchio i sistemi di vigilanza sanitaria e ha spostato al contempo migliaia di profughi da un punto all’altro dei due Paesi.
Il che potrebbe aver significato una facilitazione del propagarsi del contagio.
Inoltre, sempre per Bausch, gli abitanti delle zone rurali hanno disboscato a mano bassa la foresta per cercare una fonte di sostentamento e in tal modo hanno, ignari, agevolmente aumentato i rischi di contagio.
Per di più, sempre in Africa Occidentale, i pipistrelli sono venduti al mercato in quanto costituiscono per le popolazioni locali un’ottima fonte di proteine.
Ecco, allora, che il contenere l’epidemia non è affatto semplice proprio perché i Paesi interessati non hanno né mezzi, né competenze idonee, per risolvere il problema da soli.
E i decessi, pertanto, crescono in tal modo in maniera esponenziale.
Il positivo della situazione è che nelle prossime ore l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) dovrebbe dare il via libera alla sperimentazione del siero con cui in una clinica di Atlanta (Usa) sono curati in queste ore, dopo essere stati rimpatriati, con accettabili risultati,un medico e un’igienista americani, che hanno contratto l’Ebola nell’assistere, tempo addietro, gli ammalati in Africa.
Il farmaco, secondo fonti attendibili, è costituito da tre anticorpi monoclonali prodotti su piante di tabacco geneticamente modificate, che hanno dato buoni risultati nella sperimentazione su alcuni primati. E’ auspicabile che funzioni anche sull’uomo.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)