Oggi i bus, ma soprattutto i tram della capitale aspettano il semaforo verde come fossero automobili normali. Il tram 8 parte da Piazza Venezia, fa 15 metri e poi si becca quasi sempre il semaforo rosso e attende il flusso di auto che arriva da Via dell'Ara Coeli. Una cosa umiliante per chi si serve del mezzo pubblico visto che in tutto il mondo almeno le tramvie (ma spesso anche le corsie preferenziali dei bus su gomma) sono dotate di asservimento semaforico.
Cosa è? Un semplice sensore che si accorge dell'arrivo del convoglio qualche decine di metri prima e fa scattare il giallo e poi il rosso per tutti gli altri flussi veicolari. Passa il tram e poi, una volta fatto passare, possono tornare a passare le vetture private. Un piccolo accorgimento che costa poco e rappresenta una svolta notevole per la velocità commerciale - e dunque l'appeal - del mezzo pubblico. Il tram 8 impiega una vita a fare il percorso tra Piazza Venezia e Casaletto, quanto potrebbe comprimersi questo percorso asservendogli i semafori come si fa in tutta Europa? E il tram 2, protagonista del nostro filmato? Guardatelo: di notte, non c'è anima viva per strada, eppure il tram si deve fermare nel breve volgere di pochi istanti a ben due semafori, che danno il verde ad un incrocio dove non c'è nessuno! Una beffa oltre che un danno. E la linea Laziali-Centocelle (assurdamente tagliata di recente nel suo percorso) che sta i quarti d'ora ad aspettare di avere segnale libero a Piazzale Labicano? Ma vi pare normale?
Le sciocche considerazioni di chi è contrario alla salita davanti sui bus (sale solo chi paga) perché farebbe allungare di troppo i tempi di incarrozzamento dei passeggeri e dunque abbatterebbe la velocità commerciale dei convogli non tiene conto di quanto questa velocità possa essere esponenzialmente aumentata lavorando sull'asservimento semaforico e sulla razionalizzazione delle fermate (oggi in numero anomalo, eccessivo, ravvicinato).
Di che si tratta? Dell'ennesima scelta politica scandalosamente a favore del trasporto privato. Della paura, peraltro probabilmente infondata, che dando la precedenza ai mezzi pubblici si creino file e attese per le auto private. Non è così (l'asservimento semaforico probabilmente conviene anche alle auto) e anche se fosse così non ci sarebbe nulla di scandaloso. Scandaloso è vedere un tram che fa una fermata, riparte e dopo pochi metri si deve fermare perché ha il rosso al semaforo. Succede solo in Italia. L'unico paese dove quelle che sono potenzialmente metropolitane leggere si trasformano in antiquati e sferraglianti tranvetti più folkloristici che utili alla bisogna.
La possibilità di dare un servizio molto migliore a chi paga il biglietto e l'abbonamento è alla portata ma non si osa attuarlo per incapacità, mancanza di visione, paura, stupidità, cattiva fede, tentativo malcelato di fare l'inverso di quello che si fa in tutti i paesi civili: favorire il trasporto privato a scapito di quello di massa. Una roba da ricorso in sede europea... Naturalmente tutte queste belle parole erano nel programma elettorale di Ignazio Marino, ha preso i voti su queste promesse, e non le ha per ora mantenute ne progetta di mantenerle in futuro benché a costo praticamente zero. A voi le conclusioni.