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parliamo di donne, di padri e di politica

Creato il 01 febbraio 2011 da Asinistra

Alcuni giorni fa ho letto sul blog di “speradisole” un post che si rifaceva, in parte, ad un articolo di Claudio Fava apparso sull’Unità :“Il silenzio dei padri per le notti di Arcore”parliamo di donne, di padri e di politica“Non solo il cavaliere, non solo le ragazzine, non solo le maitresse e gli adulatori, non solo gli amici travestiti da maggiordomi, le procacciatrici di sesso, i dischi di Apicella e la lap dance in cantina: in questa storia da basso impero ci sono anche i padri. E sono l’evocazione più sfrontata, più malinconica di cosa sia rimasto dell’Italia ai tempi di Berlusconi. I padri che amministrano le figlie, che le introducono alla corte del drago, le istruiscono, le accompagnano all’imbocco della notte. I padri che chiedono meticoloso conto e ragione delle loro performance, che si lagnano perché la nomination del Berlusca le ha escluse”……continua ciccando qui, e consiglio di leggerlo attentamente tutto.
La mia sollecitazione a pormi criticamente verso questo articolo, deriva, sicuramente, non dalla parte che racconta la storia di Franca Viola, ma dove, con una certa generalizzazione, si parla dei “padri di Arcore” .Non ci sono più le stagioni di una volta, I neri hanno la musica nel sangue e di mamme ce n'è una sola . Potrei continuare con i luoghi comuni e riempire la pagina, e sfido chiunque a non condividere emotivamente, a volte anche razionalmente queste amenità.E’ questo l’appunto che muovo all’articolo di Fava: sbandierare una auto-condanna, senza nessun tipo di supporto sociologico o politico. Celebriamo un autodafè dei “padri”, da quelli di una volta, perché cantavano faccetta nera e marciavano in Abissinia, a quelli che il 18 aprile 48 che votarono democristiano lasciandoci asserviti alla mafia e agli americani.Non tutti i padri partiron per l’Africa cantando, alcuni avrebbero poi fatto la scelta della Resistenza e, dopo il 18 Aprile, altri si impegneranno nei loro ambiti nella lotta alla Mafia proprio come Pippo Fava, padre di Claudio.Come si fa a non comprendere che è in base agli stimoli che ci circondano, che si sviluppa la morale e l’etica,intesa come morale condivisa, una cultura, che concorre a supportare il modello di società con i suoi usi e costumi.Più volte parlando del berlusconismo ho ricordato come sia nato di fatto ancor prima di B., e non solo come prosecuzione naturale del craxismo, ma come modello culturale controllato e dispensato dai media legati al potere. Ho inoltre ribadito che anche se B. sparisse domani, per liquidare il berlusconismo occorreranno anni, forse decenni.Liquidare con l’affermazione “Quelle notti ad Arcore sono lo specchio del paese. Di ragazzine invecchiate in fretta e di padri ottusi e contenti” lo troverei superficiale scritto da chiunque, lo trovo oltremodo fuori luogo nel momento in cui a scriverlo è un dirigente politico della sinistra attuale.parliamo di donne, di padri e di politicaPensa Fava di rappresentare anche quel Paese? Non è forse responsabilità anche della politica l’essersi arresa ad una logica berlusconiana fatta di immagine e priva di contenuto? Non sono di fatto l’altra faccia della stessa moneta la proliferazione di partiti che fanno come oggetto distintivo il nome di un leader o presunto tale? I Li Causi in Sicilia e i Di Vittorio in Puglia, nel produrre il conflitto, producevano cultura che intaccava il potere e la cultura dominante, quanto conflitto prodotto oggi dalla sinistra attuale è in grado di intaccare la cultura berlusconiana? Non sono state proprio le modificazioni politiche e sociali che hanno determinato “usi e costumi”. Per queste ragioni resto sconcertato dello scivolone dell’articolo, proprio perché chi ha ricoperto ruoli di responsabilità politiche, non può sottrarsi alle proprie responsabilità.Vorrei inoltre sottolineare come sicuramente il fatto di Franca Viola e di suo padre rappresentino un importante esempio di difesa della dignità in un momento dove la donna in primis non aveva titolo, ma tutto quello che ha rappresentato la modificazione politica e culturale delle donne è passato attraverso le lotte di fine anni 60 e degli anni 70 attraverso i movimenti femministi e le lotte condivise per il divorzio, l’aborto e l’istituzione dei consultori famigliari. L’articolo 544 del codice penale,a cui si fa riferimento nella storia di Franca Viola, fu infatti abrogato dall’art.1 della legge 442 nell’agosto 1981. Praticamente due mesi dopo il referendum sull’aborto.
parliamo di donne, di padri e di politicaTermino ponendo un quesito: sono forse figlie di NN le centinaia e migliaia di ragazze che oggi offrono la loro faccia sul web col preciso intento di dare identità precise e non virtuali di donne che non ci stanno nella generalizzazione ad essere assimilate alle “olgettine”Forse la così detta “società civile”, per distinguerla dalla casta politica, è di gran lunga migliore della propria dirigenza politica.Loris

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