Parliamone! Lo stile delle persone che circondano quanto può influenzarci? Riusciamo a mantenere sempre una certa distanza da ciò che percepiamo come non-nostro? Sono le domande che emergono dalla riflessione di una giovane fashionista e alle quali Flavia ha cercato di dare risposta.
Gentile Flavia,lavoro in azienda e sono una fashion blogger. Spesso mi capita di segnare qualche spunto per eventuali post da inserire nel blog durante l’orario lavorativo. Sono circondata, sul lavoro, da donne di varie età che hanno uno “stile” molto lontano dal mio e, per questo, ricevo davvero una miriade di spunti. Ecco. Quando rileggo le note prese durante l’orario di lavoro (brevissime, coincise eh!) mi accorgo che svelano sempre una punta di acidità nella stesura. Come se, non solo trovo lo stile e l’atteggiamento di qualcuna per me “brutto” (semplicemente non mi rappresenta) ma è come se mi incattivissi. E’ come se mi stimolassero solo acidità.Che ne pensa, Flavia? Non è un problema per me… però mi incuriosisce approfondire l’argomento con lei.Grazie,BornFashion
Beh, penso che ad andare con lo zoppo si impara a zoppicare! E’ abbastanza fisiologico essere condizionati dal sistema di appartenenza e da quello in cui si vive per più tempo. Osho parlava spesso dell’importanza del Buddha Field, “campo illuminato”, ovvero di vivere in un contesto che aiuti l’evoluzione. Un essere umano, per quanto con le migliori intenzioni, è fortemente condizionabile dall’ambiente che lo circonda.La sfida evolutiva per l’essere umano rappresenta proprio imparare a mantenere la propria centratura e rimanere presente a se stesso in modo più pieno e consapevole nelle varie situazioni della vita. Gli altri rappresentano l’occasione di confrontarsi ed arricchirsi, ci mostrano a specchio parti di noi che a volte non vediamo. Il passo successivo, dopo aver visto, è scegliere su quale parte allinearsi.Potrebbe aiutarti una sorta di “allenamento al sentire” che ti permetta di accorgerti subito di quella punta acida che inizia a “contagiarti” già mentre insorge e non solo rileggendo gli appunti da casa.Così da poter scegliere in modo consapevole se dare voce alla tua parte “acida” o “angelica”.
Flavia Donadonipsicologa, psicoterapeuta