Un ponte così lungo e con un tempo così brutto è una prova notevole.
Per le illusioni infrante da impiegato otto ore al giorno, che poi ho 5 giorni in fila e speriamo di prendere un po' di sole.
Allora che si fa? I genitori ventiquattrooresuventiquattro, naturalmente. Intendiamoci, non è che quando si lavora ci si dimentichi di essere genitori, ma quelle ore fuori casa, incredibilmente e nonostante tutto, danno sollievo alle fatiche. E non è che se ci fosse stato il sole si poteva essere genitori part-time, ma magari genitori all'aperto, con baby alla deriva sul passeggino, tra sole e mare.
Il brutto tempo però ci ha regalato nuove cose, osservazione attenta. Cigolino è cresciuto e si sappia che i bambini intorno all'anno crescono da un giorno all'altro: un giorno giocano in un modo, il giorno dopo sanno fare nuove cose. E' sorprendente!
Improvvisamente ha preso il telecomando e ha finto una conversazione telefonica.
Si nasconde sotto un panno, una coperta, per poi apparire all'improvviso.
Fai i muscoli e li tende così tanto che quasi trema e mentre lo fa ride.
Si toglie un calzino, lo annusa, sbuffa, lo butta via.
In mancanza del calzino, strofina il suo coniglietto su un piede, lo annusa, sbuffa e lo butta via.
Balla seduto, con le sigle dei cartoni animati.
Canta, improvvisamente.
Fa le vocine per far giocare i suoi pupazzi.
Fa la molla con le gambe, sembra sempre sul punto di alzarsi in piedi (e prima o poi succederà).
Adora giocare a palla: lui lancia, tu rincorri e rilanci.
Vuole stare a tavola con noi e vuole cose da masticare.
Sa dove sono i piedi, la pancia e anche le mani (sul resto siamo ancora un po' confusi).
Tutto questo, settimana scorsa, non c'era.
Sarà stata la full immersion mamma-papà-nonni, ma in 4 giorni ha avuto una svolta decisa, uno scatto.
Continuiamo a dire: "ma hai visto?"
Abbiamo riso tanto in questi giorni. Cigolino sta tirando fuori il lato buffone dei bimbi, è felice se riesce a far ridere e non solo se lo si fa ridere.
In tante risate e tante scoperte è importante non dimenticare che è anche un momento delicato.
E' da adesso in poi che l'attenzione a rapportarsi con lui deve essere particolarmente attenta. Per non frenare i suoi entusiasmi e le sue sperimentazioni, per incoraggiarlo nelle nuove cose, per farlo sentire sicuro di sè. E' vero che alla centesima ripetizione di quel gesto che ci fa ridere, subentra nei genitori un filino di spleen, ma è proprio ripetendo all'infinito che lui impara, consolida, fa proprio.
Per cui pazienza, tanta pazienza e curiosità (e ogni tanto darsi il cambio).
Parola d'ordine: giocare. Sempre.