Eccoci al primo appuntamento con la rubrica sulle recensioni con un'occhio particolare alle sceneggiature e ai dialoghi dei film: l'avevo preannunciata qualche settimana fa... ed eccoci finalmente!
A ogni breve recensione che capiterà in questa rubrica potrete trovare allegati due file contenenti i dialoghi che più ho apprezzato, trascritti con Il mio tesssoro (che altro non è che il mitico programma Final Draft).
Sotto il titolo del film troverete i link alla relativa pagina di Wikipedia e dell'Internet Movie Database e ciò che potrete leggere dopo sarà la mia opinione "nuda e cruda".
Il file sarà disponibile in due versioni:
- Una breve, dal download totalmente libero;
- Una più completa che per essere scaricata non richiede comunque alcun pagamento ma una semplice condivisione su Facebook o Twitter tramite il tasto Pay with a Tweet che troverete in fondo al post. Se non siete iscritti a questi due social network potete scrivermi una mail e provvederò a inviarvi il file nel più breve tempo possibile.
- Orgoglio e pregiudizio -
Informazioni e trama: Wikipedia - IMDB
Del 2005 - Diretto da Joe Wright - Gran Bretagna
119 minuti - Drammatico, romantico
Credo sia complesso recensire un film che si è visto più o meno una dozzina di volte (senza contare quelle impiegate per la trascrizione dei dialoghi), ma non voglio demordere e proverò ad essere il più oggettiva possibile. Cosa complessa se si è anche una janeite.
La storia tratta di amore, malintesi, rifiuti e abbondanza di quell’orgoglio e di quel pregiudizio che infondo fanno da caratteristica a entrambi i protagonisti, Elizabeth Bennet (seconda di cinque figlie dei cognugi Bennet) e di Fitzwilliam Darcy (l’uomo più desiderato prima dell’avento di Sex and the city e Mr Big, ma la guerra è ardua).
Il film, grazie alla sceneggiatura di Debora Moggach, mantiene una fedeltà concreta ma non totale: trovo che lei e il regista ci abbiano offerto un quadro originale e intenso di quelle che sono le emozioni e i caratteri dei protagonisti, andando a lasciare fortemente in secondo piano l’ironia con cui la Austen era andata a evidenziare la vita della società dell’epoca. Il risultato è un film dove l’amore campeggia come nelle commedie romantiche della nostra epoca, mantenendo un garbo, un’eleganza e un’educazione alla purezza dei sentimenti tipica del tempo in cui visse la grande scrittrice.
Passando ai dettagli più tecnici desidero sottolineare la piacevolezza della fotografia – che fa da cornice perfetta e luminosa, vagamente soffusa, a ogni attimo della narrazione – e delle riprese impeccabili, che con inquadrature particolari e scene senza tagli riescono a mettere in risalto al meglio sia i protagonisti che i personaggi secondari. A questo proposito sono da ricordare le scene (e le riprese) del ballo di Netherfield.
Nel film vedrete abiti e ambienti tipici del periodo pre-Romanticismo – non esattamente quello narrato nel romanzo – che va a rendere più apprezzabile il lavoro della fotografia e a migliorare anche la sensazione di Sublime che si ha nei confronti delle emozioni dei personaggi. Ne è un esempio la scena del sogno che Elizabeth fa mentre e in viaggio con gli zii e quella dell’alba poco prima della fine del film, accompagnate entrambe dalle due migliori tracce della colonna sonora a opera di Dario Marianelli.
Parlando degli attori, invece, devo dirvi che sono fermamente convinta che il regista si sia preso una cotta per la Knightley. Scherzi a parte... lei rappresenta molto bene l’intelligenza e l’indole solida di Elizabeth Bennet, rendendola forse un po’ più risoluta di quanto me l’ero immaginata.
Ho trovato il signor Darcy, interpretato da Matthew Mac Fadyen, un po' diverso da quanto mi ero immaginata (caratterialmente parlando, esteticamente l'ho trovato perfetto), ma comunque molto apprezzabile: silenzioso e più cupo – forse per restare in linea con quel romanticismo che pervade il film – è portato in scena in modo da dare risalto sia a una forte introspezione emotiva che, forse, alla severità con cui un uomo del suo rango è stato allevato.
Un plauso agli altri attori: la madre di cui veste i panni Brenda Blethyn, forse più caricaturale del previsto; l’insopportabile signor Collins che mai prima era stato così acutamente comico, grazie a Tom Hollander; Judy Dench che porta in scena Lady Catherine con la stessa risolutezza impiegata nel ruolo di M (007); gli altri personaggi sono impersonati da attori che si sono decisamente impadroniti del ruolo (solo le sorelle minori sono un po’ troppo chiassose per i miei gusti, ma se una ha il visto di Carey Mulligan lo si può pure perdonare).
Una piccola nota al finale alternativo (cliccate QUI se non lo avete ancora visto e non temete gli spoiler) e che accontenta tutti quelli che han trovato il finale del film insoddisfacente, per quanto perfettamente in linea con le atmosfere austeniane.
Un film decisamente gradevole. È la trasposizione che ho amato di più e che ho apprezzato per il suo non essere eccessivamente zuccherosa e attualizzata abbastanza da far conoscere questa storia a un pubblico più vasto, ma che al contempo mi ha lasciata con una sottile sensazione di… Ne-voglio-ancora.
Le janeite capiranno.
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