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Parole sentite

Creato il 15 febbraio 2014 da Fedesku
Tripudio di frasi d’amore scritte e sussurrate. In letteratura si chiama climax. E’ una figura retorica che consiste in una progressione crescente di parole con generale effetto di amplificazione. Applico alle parole dei sensi. Ma per accorgermi, dall’approssimazione con cui vengono usate, che l’effetto di amplificazione è scomparso, come appiattito su uno sfondo indifferenziato di toni e reazioni. La gente oggi non “sente” più. Vedere-guardare-contemplare. La progressione è evidente. Posso vedere senza in realtà guardare nulla. Nel vedere siamo passivi, come uno schermo su cui scorrono immagini. Nel guardare siamo attivi, come l’occhio della macchina da presa che punta su qualcosa e non su altro. La vista è meccanica. Lo sguardo è intenzionale. Contemplare è di più: è guardare con ammirazione. E’ gioire dell’opportunità del vedere e della bellezza che solo lo sguardo sa cogliere. La contemplazione nasce dallo stupore e conduce alla beatitudine. Oggi tutti vedono, pochi guardano, nessuno contempla. Tranne gli amanti. Appena si sono visti, hanno deciso di guardarsi, spinti da una forza superiore. Poi, contemplandosi, si sono persi, affogando l’uno negli occhi dell’altro. E non smettono mai di stupirsi. Sentire-udire-ascoltare. Anche qui la progressione è evidente. Posso sentire senza in realtà udire nulla. Nel sentire siamo passivi, come quando da una finestra aperta arriva il brusìo e il rumore indifferenziato della vita là fuori. Nell’udire siamo attivi, come quando sintonizziamo la manopola della radio sulla frequenza preferita. Il sentire è meccanico. L’udito è intenzionale. Ascoltare è di più: è passare dai suoni alle parole. E’ silenzio pieno, è attenzione. E’ la prova che dai rumori indistinti del mondo può nascere, volendo, il senso delle cose. L’ascolto nasce dallo stupore e conduce ai significati. Oggi tutti sentono, pochi odono, nessuno ascolta. Tranne gli amanti. Appena si sono sentiti, hanno deciso di udirsi, spinti da una forza superiore. Poi, ascoltandosi, si sono trovati, offrendosi sicuri l’uno alla comprensione dell’altro. E non smettono mai di stupirsi.

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