Paroliberismo – Filippo Tommaso Marinetti e Corrado Govoni

Creato il 03 dicembre 2013 da Clindi

 La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno (…)”.

Insieme a queste parole, Filippo Tommaso Marinetti, rese pubblici i principi della letteratura futurista nel “Manifesto” su “Le Figaro” il 20 febbraio 1909.

Il Futurismo, organizzatosi quasi in una scuola, si mostrò rivoluzionario e innovativo in tutti gli ambiti artistici (letteratura, musica, pittura, fotografia, cinema, danza, moda e arte culinaria), con l’intento di esaltare la macchina come simbolo di modernità e meccanizzare ogni forma espressiva.

Scrisse Marinetti in “L’immaginazione senza fili. Parole in libertà” del 1913:

“Coloro che oggi fanno uso del telegrafo, del telefono e del grammofono, del treno, (…) dell’automobile, del transatlantico, del dirigibile, dell’areoplano, del cinematografo, del grande quotidiano non pensano che queste forme di comunicazione, trasporto (…) esercitano su di loro una decisiva influenza. La terra rimpicciolita dalla velocità. Gli uomini acquisiscono un nuovo senso (…). Conquistarono successivamente il senso della casa, del quartiere in cui abitano, della zona geografica, del continente. Oggi posseggono il senso del mondo.”

Nacque così una ricerca di nuove forme comunicative, una fra queste è il verso libero o “Paroliberismo”: con l’abolizione di ogni tradizione e il rifiuto di sintassi, punteggiatura ed aggettivi, le parole dovevano ricreare, una accanto all’altra, l’immagine di una vita veloce e dinamica. Con il “Paroliberismo” si sfruttò fino in fondo le capacità percettive ed immaginative del pubblico e dell’artista, il quale, di fronte ad una macchina da stampa, si serve anche della disposizione dei caratteri nello spazio del foglio bianco.

Le parole che compongono il testo non hanno alcun legame grammaticale-sintattico fra loro, non esistono frasi o periodi: un esempio di utilizzo di parole in libertà è dato dal libro “Zang Tumb Tumb” di Filippo Tommaso Marinetti, opera letteraria futurista pubblicata nel 1914 a cura delle Edizioni futuriste della rivista “Poesia” fondata dallo stesso Marinetti. Si tratta di un’opera ispirata all’assedio di Adrianopoli durante la guerra bulgaro-turca, e vengono utilizzati, come ho già accennato, metodi di stampa alternativi, grassetto, corsivo e disposizione di parole che formano, talvolta, immagini o che ricreano un’atmosfera specifica, in grado di riportare il lettore al centro della battaglia.

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