PARONA (pv). Circola ancora e con insistenza da venerdì un
rumor, ovvero la notizia del licenziamento del direttore tecnico di Lomellina
Energia società che gestisce il termoutilizzatore,
“l’inceneritore” di Parona.
Sentito telefonicamente nel pomeriggio di sabato il
diretto interessato ha negato il licenziamento e alla domanda come si spiega queste
voci, si è limitato a dire: “Non so. Non posso rispondere”.
Eppure da fonte locale che preferisce rimanere anonima, ci viene riferito che sulla
bacheca presente in azienda sarebbe stato affisso un foglio in cui si rende
noto che al direttore tecnico è vietato l’accesso. La cosa di per sé è strana e la comunicazione, se vera, è di difficile interpretazione; se di licenziamento non si tratta perché mai dovrebbe essere vietato l’accesso ad una persona che ha lavorato fino ad oggi in questa struttura con un ruolo importante come quello di direttore tecnico?
Giriamo quesiti e perplessità a Renato Soffritti del direttivo di WWF Lomellina
e componente della Commissione comunale del termoutilizzatore che segue dal suo
nascere la lunga e contorta vicenda dell’inceneritore di Parona e i collegamenti
con le vicende politiche locali. Anzitutto gli chiediamo se sa di questo foglio
affisso in bacheca e se esiste davvero? “Certo, mi risulta vero. Non ho
verificato di persona ma mi è stato detto da più soggetti che lavorano all’interno
della struttura – risponde Soffritti -. Mi dicono che c’è scritto che non può
più entrare e che il foglio è esposto in bacheca”.Quindi è un allontanamento e non un licenziamento? “Per la verità altri soggetti mi hanno riferito invece che è stato licenziato – risponde Soffritti – però se lui afferma di no, io questa cosa non me la so spiegare. D’altronde non ci è possibile entrare per verificare di persona. Senza motivazioni e senza permesso, non è dato entrare neanche a noi della Commissione”.
La questione della libertà d’accesso all’interno della struttura è un altro capitolo aperto e non ancora risolto a sentire Soffritti: “Ci impongono le loro regole, possiamo entrare annunciandoci mentre io avrei voluto poter fare visite a sorpresa, ci consegnano le loro autocertificazioni – continua l’ambientalista – e noi dobbiamo prenderle così. Per questa vicenda, invece, si tratta di un comportamento strano, anomalo”. “Certo, un direttore tecnico può essere licenziato per tante ragioni come ad esempio motivi economici perché possono essere finiti i fondi per i progetti che segue. In base alla mia esperienza lavorativa però – conclude Soffritti – è anomalo che un’azienda non faccia entrare qualcuno con cui ha avuto un rapporto di lavoro prolungato come con lui. Una scelta che a me sembra immotivata”.
(mpa)
