Vicino alla scuola materna di mio figlio c’è un cartello stradale, il cartello stradale è perennemente ricoperto di adesivi. Gli adesivi si alternano ogni giorno. Un giorno c’è un adesivo in cui i tifosi di una squadra di calcio provocano i tifosi di un’altra squadra di calcio, il giorno dopo c’è un adesivo con cui i tifosi dell’altra squadra di calcio rispondono per le rime ai tifosi della prima squadra di calcio. La dialettica è violenta ma ragionata, la comunicazione non è mai casuale. Considerata la fatica che si fa a correre tutti i giorni al cartello stradale per leggere l’ultima provocazione del nemico, elaborare la risposta, progettare un adesivo, stamparlo, correre di nuovo al cartello stradale, arrampicarsi e attaccare il nuovo adesivo, la cosa che mi chiedo è: perché non si telefonano e non se le dicono tutte in una volta?
Giorni fa un impiegato ha salutato un altro impiegato, poi si è rivolto a me lamentandosi. Si chiedeva perché tutti i giorni bisogna salutare le stesse persone, la mattina quando si arriva e la sera quando si va a casa. L’impiegato contestava l’obbligo sociale. Sbuffando, ha detto: “Non sarebbe più facile salutarci tutti una volta sola e farcelo bastare per il resto della vita?”