Dal 2011, la Moldavia è risultata ogni anno al primo posto nell’indice per l’integrazione europea dei paesi del partenariato orientale e nel corso del 2013 risulta essere il paese più riformatore nella regione e il più vicino a soddisfare gli standard dell'UE. La Moldavia è povera, ma nonostante questo è anche democratica, cosa che costituisce un fenomeno raro nella politica dei paesi post-sovietici anche se questo risultato non deve essere dato per scontato. Il "successo" della Moldavia resta fragile e non si è ancora tradotto in miglioramenti concreti sentiti dai cittadini. La dichiarazione finale adottata a Vilnius il 29 novembre, per esempio, non ha fatto alcun riferimento all'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, che afferma che ogni Stato europeo può presentare domanda di adesione all'UE, purché rispetti i valori fondamentali dell'UE.
La Moldavia rimane una società conservatrice e gli atteggiamenti omofobici sono all'ordine del giorno. Nessun’altra minoranza in Moldavia soffre tanto pregiudizio e aggressività come quella LGBT. Ma dato che questa è una delle questioni posta del piano d'azione dell’UE per concedere la liberalizzazione dei visti, il parlamento moldavo nel maggio 2012 ha approvato una legge antidiscriminazione. L’aver posto una condizione e aver mantenuto posizioni di principio da parte dell’UE ha prodotto dunque un risultato positivo a Chisinau. Le prospettive di ottenere l'esenzione dai visti e la firma dell'accordo di associazione, a questo punto, sono entrambe buone notizie. Allo stesso tempo però, la Moldavia ha disperatamente bisogno di sviluppo economico e di un aumento degli investimenti esteri diretti. Per questo una chiara prospettiva a lungo termine di adesione all'UE sarebbe fondamentale.
In definitiva, secondo l'European Stability Initiative se l'Unione Europea vuole che la Moldavia diventi una vera storia di successo nell’area orientale, dovrebbe essere disposta ad andare oltre Vilnius e il Consiglio europeo di questa settimana, potrebbe essere il momento giusto per mostrare al popolo e ai responsabili politici, in Moldavia, ma anche agli altri Paesi del "partenariato orientale, soprattuto Georgia e Ucraina, che da una parte le riforme aprono le porte dell'Unione e dall'altra che un’Europa unita e libera può trasformare la società e garantire migliori condizioni di vita per tutti i cittadini.
The surprising front-runner. Moldova before and after the Vilnius summit
Leggi qui il report sulla Moldova dell'European Stability Iniziativa