I partiti, diversi dalla coalizione del centro sinistra, non sono in condizioni per i consensi che rappresentano di essere un’alternativa al centro destra e, pertanto, si rende necessario esprimere un voto che si contrappone alla polverizzazione dei consensi altrimenti si fa il gioco di Berlusconi.
Pur rispettando tutti i partiti che si presentano nella prossima competizione elettorale, occorre prendere atto dei limiti dell’attuale sistema elettorale che non consente facilmente la formazione di un Governo con una chiara e solida maggioranza parlamentare.
Sono tre le condizioni che concorrono a scegliere il Partito Democratico alle elezioni del 24 – 25 febbraio:
1) Rafforzare l’alternativa al centro destra che è rappresentata solo dal centro sinistra;
2) Esprimere una scelta elettorale contro la frammentazione dei consensi che favoriscono il centro destra;
3) Scegliere il programma del Partito Democratico e del Centro Sinistra, il quale non è stato costruito negli ultimi giorni ma nasce da un percorso democratico, laborioso ed approfondito su tutti gli argomenti che interessano la società civile. Ai primi punti del programma vi sono il lavoro, il contrasto alla corruzione e l’emersione delle grandi ricchezze. Le risorse ottenute dalla lotta all’evasione verranno utilizzate per abbattere la tassazione sul lavoro e sulle imprese.
Se effettivamente ciascuno di noi si pone in alternativa al centro destra per i guai che ha causato è necessario per il bene del paese votare per il Partito Democratico.
Gli altri partiti o movimenti, da Ingroia al Movimento 5 Stelle, nonostante gli urli, non hanno una cultura di Governo, un programma elettorale credibile e non rappresentano un’alternativa democratica per i consensi limitati che rappresentano.
Non basta l’analisi dei problemi o peggio ancora gli strilli e gli urli contro, i quali possono essere effettuati da chiunque, ma occorre un programma solido e condiviso che porti l’Italia fuori dalla crisi nella giustizia e nell’equità e che privilegi le classi più deboli che hanno pagato e pagano gli effetti della crisi e del malgoverno del centro destra.
Giuseppe Civati pone una domanda che esprime i limiti dei partiti diversi dal PD:“Sì, ma se vincete le elezioni poi che cosa farete?”
Schede di programma del PD