In mezzo ad un’informe accozzaglia (speriamo minoritaria e destinata a rimanere tale) di rabbiosi, priva di distinzione e – alla fin fine – di dignità, politica e personale, eterno megafono di slogan banali e sotto dettatura, ripetuti ad oltranza, in un mantrico martellamento continuo, il signor nessuno per eccellenza, vecchio uomo medio dei media, giganteggia, spadroneggia, diventa prepotente tra adulatori, fomenta le liti, aizza i suoi cani da ferma, da cerca, da seguita, da tana, da traccia e da riporto, accresce gli odi e i rancori, il suo e altrui delirio.
È l’era della politica che si traduce in uno stato di collettiva ipnosi regressiva, attraverso cui far emergere gli istinti più bassi e sin qui nascosti.
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