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Parto cesareo: l’esperienza di Pamela.

Da Psytornello @psytornello

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Sono arrivati diversi racconti di mamme che hanno vissuto l’esperienza del parto cesareo. Oggi pubblico la storia di Pamela che ringrazio per aver voluto condividere con noi le sue emozioni. Ricordo alle altre mamme che volessero parlare del loro parto cesareo, la possibilità di inviarmi in privato il loro racconto…lo pubblicherò appena possibile.

Dieci anni fa la prima gravidanza, nella mia testa frullava qualsiasi cosa! Fantasticavo su tutto, sul suo aspetto, su come sarebbe stato il momento del parto, il primo giorno a casa tutti e 3 insieme, la prima uscita, il primo bagnetto e così via, ma soprattutto pensavo al giorno del parto. Desideravo un parto naturale e possibilmente in acqua. Non volevo l’epidurale e immaginavo la faccia di mio marito terrorizzato che mi teneva la mano e mi faceva forza. 

Il 16/03/2006, giorno della scadenza sento qualche contrazione e dopo un paio d’ore più niente. Il giorno dopo, avevo già prenotata la visita di controllo, così mi reco in ospedale e la ginecologa preferisce ricoverarmi senza alcun motivo apparente. Tutta la notte mi monitorano facendomi il tracciato e così fino alle h 12.00 del 18/03 che i battiti del bimbo, improvvisamente da 140 scendono a 40! Nel giro di pochissimo mi ritrovo circondata da una decina di persone tra medici e ostetriche. In meno di cinque minuti ero in sala operatoria…cesareo d’urgenza! e chi ci aveva mai pensato! Ero spaventata, agitata, sola…piangevo e attendevo di sentirlo piangere. L’intervento va benone, il mio bambino era salvo! Lui sale in camera, e a prenderlo in braccio prima di me, il papà , la nonna e alcune “zie”…io arrivo dopo un po’. Finché hai la flebo e l’anestesia ancora in circolo, sembra tutto abbastanza facile, ma quando finisce l’effetto, iniziano i dolori, ti accorgi di avere il catatere e un enorme pannolone fastidioso.. non riesci a muoverti come vorresti, ti lavano con la padella e ti incitano a fare aria, altrimenti non puoi mangiare! 

Inoltre, ciò che mi ha reso davvero triste, non sei tu la prima a cambiare il pannolino, non sei tu la prima che medica il cordone, non sei tu la prima a cambiare la tutina e non potendoti alzare subito, fai fatica a prenderlo e a riporlo nella culletta che è a fianco al tuo letto. E’ un intervento a tutti gli effetti e i 40° in ospedale, con le calze antitrombo ti innervosiscono ulteriormente e in stanza non vuoi nessuno! (tranne il papà ovviamente).

Passano 6 anni ed arriva un fratellino, Ovviamente speri in un parto naturale perché dopo sei anni è assolutamente fattibile…ma la scadenza viene oltrepassata, le contrazioni non arrivano e non possono in alcun modo indurti il parto, perché la ferita potrebbe lacerarsi e così ricovero e si decide per il 21/06. Questa volta mi preparano con più calma, ma con l’inserimento del catetere arrivano le contrazioni, una dietro l’altra a distanza di pochi minuti. Il primario incredulo mi chiede se me la sento di affrontare il parto naturale e ovviamente SI! così mi tolgono tutto e con l’estrazione del catetere ecco che finiscono anche le contrazioni. (Pazzesco, nessuno ha saputo spiegare il perché, ma è davvero successo). Così slitti al giorno dopo, il digiuno continua e il 22/06/2012 nasce il secondogenito. A fine effetto flebo e anestesia, il dolore è ancora più forte, lo sconforto è lo stesso invece e in più, siccome ci sono complicazioni, trasferiscono il bambino in un altro ospedale, attrezzato di terapia intensiva e così ti senti ancora più impotente, non solo non puoi cambiargli il primo pannolino, non puoi nemmeno prenderlo in braccio insieme a te a letto. Contro il parere di ogni medico, firmi le tue dimissioni per raggiungere il bambino. Non ti danno un letto e puoi stare al suo fianco su di una sedia, solo di giorno, di notte ti mandano a casa. Lo puoi toccare, solo inserendo le braccia nella culletta. La ferita non guarisce per niente, tanto che non possono toglierti i punti e ti rimandano ad una settimana dopo. Ho riportato le conseguenze per un anno. Si era formato un’ ematoma al di sotto del taglio e i dolori sono stati sempre presenti. Avessi fatto un parto naturale, sarebbe stato tutto diverso! 

Ad ottobre 2013, con grande stupore, scopro di essere incinta per la terza volta ed essendo passato così poco tempo dall’altro parto, ti rassegni all’idea di dover fare il terzo cesareo. E’ però un cesareo programmato, per cui hai nove mesi di tempo per abituarti all’idea..anche se sai benissimo a cosa andrai incontro e non ti rende felice. Il 16/07/2014 nasce la sorellina con la camicia (porta bene dicono). Tu sei ormai al quarto intervento (endometriosi tra i primi due), il tuo utero è sottilissimo e siccome non puoi rischiare di rimanere nuovamente incinta, via le tube, prima di richiudere! E così passa ancora più tempo prima di poter raggiungere la tua bimba in camera! L’operazione marsupio è stata fatta dal papà e non dalla mamma! Forse il doppio intervento, forse perché era il terzo cesareo, forse perché dal primo figlio sono passati 8 anni…la ripresa è stata ancora più lenta e i dolori ancora più forti e la ferita …. brutta brutta brutta! 

Dopo queste mie esperienze, sconsiglierei a chiunque di sottoporsi ad un cesareo per scelta. Se tutto va per il meglio e non ci sono complicazioni, affrontatelo in maniera naturale. Chi come me non ha avuto scelta, non affronterebbe mai, per scelta, un parto cesareo.


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