Partono in kayak rientrano in taxi!!!

Creato il 13 giugno 2013 da Surfingplanet @surfingplanet

Una delle attiv­ità che abbi­amo fatto è stata andare in kayak. Da tempo vol­e­vamo provarlo e decidemmo che era arrivato il momento. Par­timmo con il kayak dal nos­tro ostello direzione Roman­tic Beach. All’inizio non eravamo molto coor­di­nati, e questo costò a Rachele due remate in testa. Dopo un po’ iniziammo a miglio­rare e nonos­tante fos­simo con­tro cor­rente avan­zavamo bene. Un po’ per la cor­rente con­traria un po’ a causa della nos­tra coor­di­nazione non pro­prio per­fetta arrivammo abbas­tanza stanchi alla Roman­tic Beach dove ci riposammo un po’.

Quando la Roman­tic Beach iniziava ad essere meno roman­tica a causa della gente che arrivava e ci eravamo riposati a suf­fi­cienza, decidemmo seguire fino alla Quiet Beach una baia che come dice il nome è tran­quilla. L’idea orig­i­naria era di arrivare fino alla D’Lagoon dove avremmo potuto magiare nel ris­torante del resort. Non ave­vamo fatto i conti però con la cor­rente con­traria e con il fatto che remare in quelle con­dizioni è stan­cante. Ci met­temmo 45 minuti ad arrivare alla Quiet Beach facendo un sacco di sforzo.

Rachele arrivò stremata, con una sete ed una fame tremenda. Gábor era stanco ma non sfinito e, sic­come non c’era altra alter­na­tiva per recu­per­are cibo ed acqua, dovette andare dall’altra parte dell’isola attra­verso il bosco. Il trekking non lo ave­vamo pre­visto e Gábor aveva solo le cia­batte che tra l’altro si rup­pero, povero; un vero inferno!! Nel frat­tempo Rachele pren­deva il sole in spi­ag­gia. Sara stata la stanchezza, le nuv­ole che arriva­vano o non sap­pi­amo cosa, il fatto è che Rachele si sen­tiva come in un film di sopravvis­suti in un’isola deserta e stava già pen­sando come arrivare in cima ad una palma per pren­dere un cocco, romperlo e bere l’acqua. Il sogno durò poco per­ché Gábor in meno di un’ora e mezza era già di ritorno con cibo e bevande!!!

Sfamati e dis­se­tati abbi­amo dato un’occhiata al mare, le onde erano alte a suf­fi­cienza per non darci la tran­quil­lità di rien­trare con il kayak; è vero che non abbi­amo molta espe­rienza con il kayak ma il mare era abbas­tanza mosso. Come due Robin­son Cru­soe aspet­tammo che arrivasse una barca a sal­varci. Per for­tuna attorno all’isola pas­sano sem­pre delle barche taxi e dopo un’oretta di attesa passò una bar­che­tta con un ragazzo di circa 16 anni. Gli facemmo cenno di avvic­i­narsi come avrebbe fatto Robin­son, con­trat­tammo il prezzo e felici e rilas­sati rien­trammo con la barca taxi ed il kayak attac­cato dietro.

Il ragazzo che va avanti e indi­etro tutto il giorno per l’isola ci disse che il mare era bello mosso e doveva andare piano con la barca sia per il kayak che per le onde. Che con­sti che non ce lo siamo inven­tati il mare mosso!!!!

Questa gior­nata ci insegnò che bisogna sem­pre essere preparati ed avere un piano B, spe­cial­mente riguarda il mare dove le con­dizioni pos­sono cam­biare velo­ce­mente. Questa gior­nata è stata un’esperienza ed una buona lezione!


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