Mi incontrano e mi dicono con soddisfazione “Aha, ti sei abbronzata”, io mi sorprendo perché ora sento freddo ma poi ricordo che sabato, che sembra già un’altra vita, in spiaggia alla fine mi sono spogliata.
L’acqua davanti a me era uno specchio. All’improvviso è emersa una vela al largo, il mare si è increspato e una voce all’orecchio mi ha recitato Lermontov, il bardo (russo):
Парус
Белеет парус одинокой
В тумане моря голубом. —
Что́ ищет он в стране далекой?
Что́ кинул он в краю родном?
Играют волны, ветер свищет,
И мачта гнется и скрыпит;
Увы! — он счастия не ищет
И не от счастия бежит! —
Под ним струя светлей лазури,
Над ним луч солнца золотой: —
А он, мятежный, просит бури,
Как будто в бурях есть покой
A una prima ricerca, di questo autore si trova in Italia solo il romanzo Un eroe del nostro tempo e la raccolta di liriche e poemi tradotta da Tommaso Landolfi per Einaudi, nel 1963. Purtroppo la sua versione di Парус, La Vela, non mi è piaciuta. Qui sotto -perdonatemi- ne propongo una mia.
La vela
La vela bianca e sola appare
Nella foschia sul mare blu cobalto
Non sa per cosa si allontani tanto
O andando via, cosa vuole lasciare.
Fluttuano le onde al refolo che rugge
E l’albero ritorcono, e fanno scricchiolare.
Ah! Felicità non vuole ricercare
Dalla felicità però neanche fugge.
Sotto, la sfiora una corrente chiara
Sopra di lei trascorre un raggio d’oro.
Inquieta, vuole soltanto la tempesta
Nella tempesta lei troverà ristoro.