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Pasdaran come Isis: distrutto un cimitero Baha’i. Al suo posto un centro culturale…

Creato il 05 settembre 2014 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Nel dicembre del 2013 vi abbiamo dato la notizia dell’attacco, da parte dei Pasdaran, ad un cimitero Baha’i in Iran. Il cimitero si trovava presso Sanandaj, capoluogo della provincia del Kurdistan. Nonostante fosse stato dato di diritto alla Comunità Baha’i nel 1993, i Pasdaran decisero di distruggere il camposanto con una ruspa, usando una brutalità senza precedenti (come le immagini che publicammo allora testimoniarono). Nel maggio del 2014, quindi, la Comunità Baha’i denunciò un nuovo attacco contro un altro cimitero, questa volta presso Shiraz. Come scrisse il sito NotizieBahai.it, riportando le parole di Bani Dugal (principale rappresentante della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite) «una cinquantina di camion sono allineati per rimuovere la terra e accelerare i lavori».

Il cimitero di Shiraz, di proprietà della Comunità Baha’i sin dagli anni ’20, è stato requisito dal regime iraniano diversi anni fa. Proprio qui, vogliamo ricordarlo, il regime ha impiccato nel 1983 numerosi esponenti della storica minoranza religiosa iraniana. Ora, senza alcun rispetto per la sacralità del luogo, i Pasdaran stanno costruendo sopra al cimitero un centro culturale e sportivo. Secondo le informazioni ricevute, i Pasdaran hanno rimosso le 30-50 tombe rimaste (delle 950 presenti sino al 1983) e hanno iniziato i lavori di costruzione dei nuovi centri che includeranno, tra l’altro, un ristorante, una moschea e una libreria. In poche parole, una zona dedita al ricordo e al rispetto dei defunti, verrà presto trasformata in un’area ludica, dove diffondere l’ideologia khomeinista ed addestrarsi ad uccidere. Va anche ricordato che, proprio a Shiraz, le forze di sicurezza hanno arrestato all’inizio di agosto quattro cittadini iraniani di fede Baha’i che, in passato, avevano protestato contro le azioni dei Pasdaran nella zona. I loro nomi sono: Bahieh Manavipour, Adib Hagh-pajouh, Saeed Abedi e Vahid Dana.

Nonostante le proteste internazionali – tra le quali quelle di Ahmed Shaheed, inviato speciale delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Iran – la Repubblica Islamica non sembra voler fare marcia indietro. Ahmed Shaheed non soltanto ha chiesto alla Comunità Internazionale di proteggere il cimitero Baha’i di Shiraz, ma ha anche denunciato la presenza nelle carceri iraniani di 126 membri della minoranza Baha’i. Ricordiamo infine che, dal 1991, ai Baha’i è proibito in Iran l’ingresso agli studi universitari…

Il progetto del centro  culturale e sportivo dei Pasdaran

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