Io sono un razzista, un classista, come volete ma è un dato di fatto che non provo alcun dolore quando sento notizie di rapine in villa, il mio ciglio non si bagna nemmeno se ci sono annesse sevizie. Invece di fronte alla parola "operaio" io provo dolore, subitaneo, perché già so che sarà accompagnata a qualcosa di ignobile e ben due esempi li abbiamo oggi, tratti da corriere.it. Operai che muoiono come topi o come mosche e operai che cannibalizzano i loro stessi compagni di lavoro, magari solidarizzando con il padrone. L'ho detto sono classista e comincio ad avere il sospetto che la lotta di classe la si voglia risolvere per estinzione.
Concludo, come sempre, con della retorica insopportabile: "sul mio cuore nessuna croce manca".