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“Pasolini a Villa Ada” l’incontro, tra scrittura e teatro, di Giorgio Manacorda e Ivan Festa

Creato il 30 gennaio 2014 da Thefreak @TheFreak_ITA

Nella maggior parte dei casi, la definizione di un talento, riferita a un personaggio noto, appare se non di immediata risoluzione, quanto meno abbastanza facile. Il genio, infatti, tende comunque ad esprimersi focalizzandosi su di una determinata aspirazione. Vi sono dei geni, però, che non sono come tutti gli altri. Uno di loro, senza dubbio, è Pier Paolo Pasolini.

A lui sono stati dedicati fiumi di inchiostro; qualcosa che però mancava era il racconto di questa immensa figura da parte di un amico.

A tale lacuna, fortunatamente, ha sopperito Giorgio Manacorda, poeta e scrittore, autore de Il corridoio di legno, tra i finalisti per il premio Strega del 2012, e Delitto a Villa Ada (entrambi editi da Voland), legato al celebre Pasolini da una grande rapporto di stima e amicizia: fu infatti proprio il regista a scoprire il talento poetico di Manacorda, presentando le sue poesie alla rivista Paragone.

Testimonianza di questo meraviglioso legame, è la splendida poesia che Pasolini dedicò allo scrittore, intitolata: Due parole al ragazzo Manacorda

Due parole, ingenue, al ragazzo Manacorda
C’è una gioia quasi sconosciuta,
a noi uomini, o competenti, o addetti
comunque ai lavori della “presenza del fuoco”:
una gioia che ha, certamente, qualcosa di divino,
lo so, quella che fa sentire vicino quell’estraneo
che è il padre, in certi momenti, ai figli,
scoprendoli in questo… come si scopre
la bellezza di un rigagnolo d’acqua, una pianta,
in qualche vecchio paesaggio…
Ecco, in questa contemplazione di un miracolo,
di cui si può dire soltanto che c’è,
c’è sempre stato, e anch’esso passerà,
con le altre cose della vita – c’è quella gioia.
Sentirsi complice, o addirittura coautore di cose belle!
Soprattutto quando son opera di un ragazzo;
il che significa che il resto della vita
è in agguato, fresco, oltre ogni possibile sogno.

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Nel 2013, però, lo scrittore ha fatto un altro incontro che avrebbe portato alla nascita di un nuovo sodalizio intellettuale e dello spettacolo che vogliamo presentarvi.

Se vi ricordate, dell’episodio ci ha già raccontato proprio uno dei due protagonisti: il bravissimo Ivan Festa, attore e regista, che the Freak aveva già avuto il piacere di conoscere (qui il link all’intervista: http://www.thefreak.it/intervista-ad-ivan-festa-il-mestiere-di-un-artista/). 

La collaborazione tra Manacorda e Festa ha condotto alla trasposizione sul palcoscenico teatrale del testo dedicato dallo scrittore al celebre Pasolini, intitolato appunto Pasolini a Villa Ada.

Il racconto descrive il rapporto personale tra i due, arricchendo, per citare la sinossi dello spettacolo, “la  nostra conoscenza di fatti nuovi su aspetti e vicende: uno sguardo su nuove prospettive da uno posizione privilegiata”.

Ancora a lui, abbiamo potuto rivolgere le nostre curiosità a proposito di questo nuovo e importante progetto:

Ivan, c’eravamo lasciati con un accenno al progetto con lo scrittore Giorgio Manacorda, oggi invece, a quanto pare, ci siamo: è tutto pronto. Com’è andata? Raccontaci. È stato un percorso lungo, innanzitutto ho voluto comprendere fino in fondo la necessità dell’autore di tenere nascosto il testo. Conoscendolo personalmente ho compreso che svelare le note di Giorgio avrebbe donato anche a me l’emancipazione di cui parla da uno strato di vita che porterai nel profondo. Esperienze e incontri che ci segnano casualmente. La non accettazione di questo è di per sé il mettere in discussione se stesso, come osservare il proprio intimo per darne valore. Lo spettacolo è definito un incontro con Pier Paolo Pasolini, per te grande maestro. Quali sono state le tue preoccupazioni e i tuoi sentimenti nella sua realizzazione? Pasolini è stato da me sempre messo in discussione, come tutti gli autori in qualche modo imposti. È un autore difficile con cui rapportarsi. Ho preferito accrescere le mie esperienze e attendere un momento casuale che mi permettesse di avere uno sguardo privilegiato e non veicolato sia dell’uomo che del poeta. Manca pochissimo al palcoscenico; parlaci dello spettacolo: perché è assolutamente vietato perderselo? Molto semplice: perché sarà fornita un’immagine intima di PPP, un’immagine che non vuole accrescere il mito o ricostruire situazioni. Lo spettacolo è incentrato sulla parola e segue il testo che svela una confessione: una lettera di PPP che cita Manacorda. Qui mi fermo altrimenti direi troppo. La bellezza risiede nel ritmo e nel rincorrersi degli eventi . Si tratta di una lettura al contrario: PPP parla di Manacorda, il resto è da vivere e ascoltare. Grazie.

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A noi, dunque, non resta che invitarvi a questo interessante spettacolo che si terrà dall’11 al 23 febbraio al Teatro Tordinona, sicuri che avrà il grandissimo successo che merita.

di Maricia Dazzi

Foto con Ivan Festa di Angelina Chavez 


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