Come tutte le altre feste importanti, mi accorgo sempre più che stanno perdendo quel loro fascino, quel loro spessore, quella loro forza aggregativa. Le famiglie attorno al tavolo, i sorrisi, il ritrovarsi insieme; le famiglie che crescevano, con nipoti nuore generi, insomma il bello che univa tutti. Oggi tutto sembra scontato; tutto lontano. Le feste rimangono un effimero controllo sul calendario per vedere se c’è qualche giorno di ponte da attaccare per andare via, andare via dai luoghi che prima erano magici. Andiamo alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo, mentre non ricordiamo il bello delle nostre origini delle nostre radici. Tutto è diventato “fast”. Oggi è venerdì santo; prima era un valore, un modo di vivere qualcosa di profondo, di religioso; oggi è il preludio di tre giorni di festa. Oddio quante cose sono cambiate. Pensavo giorni fa, come ormai, come uomini, non siamo più al centro dell’universo. La superficialità, l’evasione, ci allontanano dal nostro fulcro, dai nostri valori. E’ mia intenzione tornare sull’argomento anche, organizzando a breve una conferenza sulla centralità universale dell’uomo, per il momento non posso che augurarvi una Buona Pasqua, come si faceva una volta, con l’immagine di una tavola imbandita con attorno le persone che ti vogliono bene e che, insieme con te, condividono l’amore di chi si ritrova a stare insieme senza secondi fini.
Maurizio