Che amore diventò, coi suoi vestitini alle elementari, ma intorno a lei solo teppistelli scaccolanti, sempre a giocare a pallone.
Very glamour alle medie, peccato quei ragazzetti brufolosi e segaioli, che pena! Lei invece, bella e pura come un giglio.
Iniziarono le superiori, e decise di darla solo all'uomo della sua vita, poi vide che era presto per decidere. Intanto il tempo passava e l'imene ingrossava.
All'università, circondata da giovani a suo dire disinibiti, era stiloso mantenere distacco e contegno coi giovanotti, le diede distinzione. Tanti l'ammiravano, ma nessuno osava.
Al lavoro guai! guai! non si fa carriera andando a letto con chicche e sia! - dignità ci vuole e nel merito verrai premiata! - si diceva. La sera usciva poco, la mattina s'alzava presto, odiava le occhiaie. Una donna dal comportamento esemplare...
I giovani smisero di guardarla, le davano del Lei, mentre i coetanei o erano sposati ed erano i migliori ma con tendenze adultere, o non lo erano mai stati (sposati e quindi adulteri) ed era strano, o erano separati ed erano inaffidabili e spesso squattrinati, o erano vedovi ed erano tristi e magari portavano anche sfiga, o... fine, capolinea, non ce n'erano altri. E poi... - quello ha il naso storto, quell'altro un dente rotto, questo si veste male, quello guadagna troppo e pensa di comprarmi, quello guadagna troppo poco e non ci siamo, questo beve troppi caffé e persino il vino a pasto, quell'altro mi ha offerto una grappa a me che sono astemia -.
Però non era mica scema, va detto. Quando serviva un aiuto bastava mungere il personaggio utile di turno! Anche se non bellissima, sapeva ammiccare ed usare doppi sensi con tatto ed eleganza virginali. Falegnami, elettricisti, idraulici, muratori, avvocati, medici, informatici, meccanici... anche qualche buttafuori palestrato serviva in certe occasioni. Non c'era professionista di città e provincia che non si fosse illuso di poterle mettere le mani addosso, anche se non prima di averle risolto il problema del momento, averle pagato cena e serata, salvo poi tornarsene a casa con le pive nelle mutande e un numero di nervosismi pari a quello dei neuroni. Grazie ai social network aumentò persino il suo raggio d'azione. Qualcuno le fece notare - Una puttana è molto più onesta di te! Paghi ma almeno hai la certezza del risultato! - ma lei non comprese questo che reputò un affronto intollerabile alla sua condotta morale. Riteneva che quegli uomini dovessero sentirsi onorati per il solo fatto di averla (e)scortata in giro e di essersi tolti il lusso, tutto sommato con poco dispendio di energie e risorse, di farsi vedere insieme a cotanta rispettabilissima donna. Impossibile quindi comprendere perché i (m)unti suddetti poi la mandavano affanculo.
La fama, di qualsiasi natura, lentamente spande, c'è poco da fare, e il social network divenne un boomerang. Soprattutto passano gli anni, e hai voglia d'ammiccare, fare la voce dolce, frequentare visagisti e chirurghi plastici... non attacca più. La mannaia della vecchiaia non risparmia nessuno. I muri cominciarono a creparsi, metà delle prese elettriche erano bruciate, perdite d'acqua ovunque, i mobili cadevano a pezzi, la macchina da un bel pezzo era ferma in garage con le bronzine fuse. E nessuno che veniva a far nulla, manco a promettergli sesso in modo esplicito si presentavano. (Sesso orale, s'intende, di più non si poteva pretendere). Alcuni manco rispondevano al telefono, gli altri pronunciavano un laconico - Crepa stronza! - e chiudevano la comunicazione. Arrivarono persino denuncie di stalking da quelli coi quali ci provò a più riprese, e avvocati per difenderla a gratis non ce n'erano.
Morì che sembrava avesse cent'anni invece eran solo... molti meno. Sdentata, gobba, piena di rughe, con un imene di calcestruzzo. Non più assistita, la trovarono in casa dopo giorni dal decesso. Sfondarono la porta ché un odore bestiale ne usciva. Era affogata in un mare di urina ed escrementi, parzialmente divorata dal cane.
Tutto merito dell'Amore di cui s'era circondata.