E’ una grande idea che tra artisti ci sia sinergia e scambio di idee
soprattutto se si può diventare una comunità artistica.
(Vann Nath)
Edvige Lombardo
Pray for peace, Vann Nath
Produrre arte di figura e di soggetto ancora realisticamente ancorata alla figurazione può portare con se sia la qualità dell’impegno verso la declinazione del reale \attuale sia il pericolo dell’inflazionistico vissuto visuale: è il talento dell’artista a rimodulare la visione e la lettura. In ogni modo, la qualità della scelta, del tessuto connettivo della produzione è unico. Ma alcuni talenti attraversano l’ampliamento del proprio personalismo e si pongono a servizio dell’immediato sentire collettivo. In parte, ogni persona è altro, ognuno può frazionare il proprio essere , “discendendosi” nella frammentazione degli altri, dal tu al noi, e nella scelta c’è già il sentire della figurazione, il segnale indicativo della partecipazione non solo dell’illustrazione del sociale, al di là della sterilità delle etichette e delle categorie che si incatenano all’Arte. Parte di questo mandato si ritrova nelle ultime opere di Edvige Lombardo, che saranno esposte da domani alla Rocca Malatestiana di Fano. L’artista, nata sulle sponde siciliane, in alcune sue opere in mostra ha scelto di fissare su tela lo spazio del dolore di Lampedusa, dedicando delle tele alle poesie dell’antologia Il Cielo di Lampedusa, fra il dolore degli scomparsi e degli approdati, che l’esistenza ha messo insieme nell’incredibilità di un viaggio disumano. Scrive Giovanna Gentilini nella prefazione alla mostra che “Edvige Lombardo si sente migrante – lei che viene dalla Sicilia a cui periodicamente ritorna – e spesso lo sradicamento della terra natia comporta insicurezza e solitudine. In questo si sente vicina, seppur privilegiata a quelle persone, uomini, donne, bambini che per gravi motivi sono costretti a lasciare la loro terra e affrontare pericolo per poter sperare in una vita migliore. Le tele dell’artista ci parlano di questo. nei volti e negli sguardi dei migranti (Naufragio a Lampedusa), nel volto della donna diviso da una linea di confine tra chiaro e scuro, luce ed ombra, l’artista dichiara senza veli, come solo l’arte può fare, il suo vissuto interiore, l’attesa e la malinconia, gli affetti familiar, la forza di chi non vuole arrendersi, decisa a governare la barca e a non lasciarsi travolgere dalle onde”. Il tessuto pittorico della Lombardo è denso. Sembra rimandare ad altri passaggi, ad altre esposizioni di dolore, come nelle tele di Vann Nath i volti sono fissi nello sguardo, i grigi e gli azzurri sono cupi, i colori seguono e contornano gesti e azioni degli uomini e delle donne, la vita oltre le persecuzioni non concede spazio alla gioia della vibrazione cromatica. Dove approderà l’arte non è terra sicura, trema come trema la terra dell’uomo.