Al primo posto, il commento.
Suppongo, senza peraltro esserne certissimo, che non ci siano molte società in cui non esistono narrazioni salienti che si raccontano, si ripetono, si fanno variare; formule, testi, insiemi ritualizzati di discorsi che si recitano secondo circostanze ben determinate; cose dette una volta che si conservano, perchè vi si presagisce qualcosa come un segreto o una ricchezza.
In breve, si può avere il sospetto che ci sia, assai regolarmente nella società, una sorta di dislivello tra i discorsi: i discorsi che <<si dicono>> col trascorrer dei giorni e cogli scambi, e che passano con l’atto stesso che li ha pronunciati; e i discorsi che sono all’origine di un certo numero di atti nuovi, di parole che li riprendono, li trasformano o parlano d’essi; insomma i discorsi che indefinitamente, al di là della loro formulazione, sono detti, restano detti e sono ancora da dire.
Michel Foucault – L’ordine del Discorso -
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