15 milioni di dollari e ad Aprile del 1803 il Trattato di Trasferimento della Louisiana agli Stati Uniti era cosa fatta… A giugno il Presidente Jefferson dava l’incarico al Capitano Meriwether Lewis di andare a esplorare quello sconosciuto territorio di cui l’ultima parte, l’Oregon sembrava ancora terra di nessuno… ”L’obiettivo della vostra missione è quello di esplorare il fiume Missouri, le sue principali correnti, il suo corso e lo sbocco nell’Oceano Pacifico e verificare se il Columbia, l’Oregon o il Colorado o qualunque altro corso d’acqua possano offrire vie di comunicazione più dirette, attraverso l’intero continente, al fine di agevolare o rendere praticabili i commerci…”
Lewis era un “giovin signore”della Virginia, figlio di piantagioni, nell’esercito per un po’ di avventura e da un paio d’anni Segretario particolare del Presidente… Sapeva di botanica, astronomia e altre scienze naturali… Tutto ciò che l’Illuminismo chiedeva di conoscere ai suoi figli migliori… Era anche un pò depresso, ma fu capace di scegliere il suo compagno… Il Capitano William Clark era anch’egli un Virginiano D.O.C, buona istruzione, eccellente cartografo, un gran senso pratico e voglia di comunicare… Aveva simpatia per gli indiani che durante la spedizione lo chiamavano familiarmente “Il capo Testa Rossa” e lo rispettavano…
Si fa presto a dire Ovest, ma il viaggio andava preparato… “Acquistai le cose più disparate, racconta Lewis, dagli strumenti per la navigazione agli oggetti da regalare agli indiani, dai vestiti alle munizioni, dal cibo all’attrezzatura per gli accampamenti, dal tabacco alle medicine…” Clark lo aveva preceduto partendo da St Louis … a San Charles si riunirono. Alti quasi due metri, volti abbronzati, abiti di pelle, lunghe giacche sfrangiate e cappelli di castoro… Certo non lo potevano sapere, ma erano già entrati in un film western…. Anche degli indiani sapevano poco… Si diceva che fossero i discendenti di una qualche tribù di Israele e alcuni, forse, addirittura di origine gallese… Gli Americani erano persino disposti ad assimilarli… se appena si fossero un po’ civilizzati…
Non fu un ‘inizio entusiasmante quando finalmente salparono nel mese di maggio del 1804… Le rive del Missouri erano desolate…Le zanzare una tortura… Si sparsero di grasso dalla testa ai piedi… Enormi banchi di sabbia ostacolavano la navigazione, un po’ a vela, un po’ a remi, un po’ con le funi che dalla riva trascinavano il barcone “ammiraglio” lungo 17 metri e due piroghe… Poi arrivarono i bisonti… Attraversavano il fiume da una “grande prateria” all’altra ed erano talmente tanti che ogni mandria fermava la spedizione per più di un’ora…Gli indiani per quasi due mesi non li videro e, alle prime tribù che incontrarono, Oto e Missouri, parlarono con enfasi e ingenuità del Grande Padre che stava a Washington tutto diverso da quei violenti e traditori inglesi e francesi…. Quindi offrirono loro medagliette e bandierine per farli sentire parte della grande nazione americana… Ma Little Thief e Big Horse, i capi tribù già smaliziati dal passaggio dei commercianti bianchi di pellicce , chiesero invece solo whiskey e fucili e se ne andarono via parecchio scontenti… Con i Sioux Teton del Nord a momenti arrivarono allo scontro… I Teton controllavano i commerci sul Missouri e c’era il timore che gli americani li soppiantassero e riempissero di fucili i loro nemici Mandan e Hidatsa… C ‘era già in questa prima spedizione, l’avvisaglia di guerra che tormentò tutto l’800. Indubbiamente i due capitani poco capirono dei nativi… Del resto non era facile… Era anche per gli indiani un tempo di rapida evoluzione e le epidemie di vaiolo portate dai bianchi avevano stravolto le antiche gerarchie, lasciando qua e là vuoti di potere riempiti da nuovi capi emergenti…Finalmente Lewis e Clark arrivarono nel territorio dei Mandan e lì svernarono… Al loro arrivo vi erano solo cinque villaggi, due Mandan e tre Hidatsa che si stavano proprio allora riprendendo dopo la catastrofe delle epidemie. In uno di questi villaggi,un miglio più a nord, sul grande fiume, viveva il commerciante francese della North West Company, Toussaint Charbonneau con le sue mogli indiane…
Charbonneau si era offerto come interprete… Conosceva la lingua hidatsa e il francese che un membro della spedizione poi traduceva in inglese ai due capitani… In quel territorio era stato sufficiente,… Ma ora bisognava attraversare le Montagne Roocciose e anche il percorso linguistico si complicava… Lì c’erano gli Shoshone e l’interprete principale diventava Sacagawea, una Shoshone rapita circa 5 anni prima dagli Hidatsa e poi comprata o guadagnata al gioco da Charbonneau, Lui ne aveva fatto una delle mogli… Lei avrebbe potuto tradurre in Hidatsa a suo marito che poi avrebbe tradotto in francese…
Quando lasciarono Fort Mandan era ormai il mese di Aprile del 1805… Avevano dovuto costruire sei piccole canoe perché da quel punto in poi il fiume era più stretto… Sacagawea invece aveva cucito uno zaino da mettersi sulle spalle per il suo bambino nato a febbraio… Il 4 di maggio la barca su cui era Sacagawea quasi si capovolse… Mentre il marito mostrava tutta la sua inettitudine lei da sola recuperò gli oggetti scaraventati fuori bordo…C’erano molte cose importanti, strumenti e i diari di bordo dei capitani… A giugno però si ammala … Clark e Lewis hanno ormai capito quanto lei sia importante e la curano con la massima attenzione, mentre il marito seguita, durante il giorno, a caricarla di pesi…
All’improvviso si trovarono di fronte le “Great Falls.” Per oltre 15 chilometri il Missouri precipitava… Caricarono le barche e i bagagli su carretti improvvisati e li portarono su per le colline.. Quasi un mese per trasportare tutto e comunque quando arrivarono in vista delle Montagne Rocciose avevano anche raggiunto le sorgenti del Missouri. Dovettero abbandonare le barche…Le informazioni ricevute prima di partire non corrispond evano … C’era ancora tanto da andare… E a piedi, senza cavalli le Montagne Rocciose non le avrebbero mai superate. Sembrava non ci fosse più acqua nel “Passaggio a Nord Ovest” … Sacagawea li tranquillizza… Si farà dare i cavalli dalla sua tribù e arriveranno al Pacifico…
28 luglio, dal Diario di Clark…”Il nostro campo è proprio sul posto dove gli indiani Shoshone erano accampati al momento in cui videro i Minnetares ( Hidatsa) cinque anni prima, che si dirigevano contro di loro… Si ritirarono in fretta per circa tre miglia fino al fiume Jefferson e si nascosero nei boschi, ma furono inseguiti e attaccati… Furono uccisi 4 uomini, 4 donne, un certo numero di ragazzi, poi presero prigionieri tutte le bambine e quattro maschi, Sacagawea era una delle prigioniere….” Clark annota nel suo diario il racconto di quella terribile giornata che gli va facendo Sacagawea e poi aggiunge “Lei non mostra alcuna emozione di dolore nel ricordare la cattura e neanche gioia nel tornare al suo paese natale… Io penso che se ha abbastanza da mangiare e qualche ornamento da mettere sul vestito sia perfettamente soddisfatta in qualunque posto …”
Ma il 17 agosto, mentre seguitano a viaggiare nel territorio degli Shoshone si deve ricredere. “Sacagawea, che era con il marito 100 metri più avanti, ha cominciato a ballare e a mostrare tutti i segni della gioia più straordinaria, girando intorno a lui e indicando diversi indiani, che ora si cominciavano a vedere mentre avanzavano a cavallo… Lei, col linguaggio dei gesti, si succhiava le dita per indicare che erano della sua tribù nativa.“Lei entrò nella tenda, si sedette e cominciò a fare da interprete, quando nella persona di Cameahwai, il Capo degli Shoshone, riconobbe suo fratello.. Immediatamente balzò in piedi, corse e lo abbracciò, gettando su di lui la sua coperta e piangendo copiosamente.”
Ebbero i loro cavalli, ma dovettero dare i fucili agli Shoshone… Erano poveri e non sapevano come difendersi… Dopo le montagne rocciose ripresero a navigare… stavolta era il Columbia … Strada facendo Sacagawea sacrificò la sua bellissima cintura di cui si era invaghito un indiano… Era l’unico modo per avere le pellicce di foca che Lewis e Clark volevano portare in dono al Presidente Jefferson… Finalmente il 7 Novembre 1805, dopo circa 6000 km il Capitano Clark scrisse sul suo diario: “ Grande gioia nel campeggiare in prossimità dell’Oceano”…Sacagawea volle andare con il primo gruppo e per la prima volta rivelò se stessa “Ho fatto tutta questa strada per vedere le grandi acque, ora voglio andare subito… C’è la carcassa di una grande balena sulla riva… se tardo forse non riesco a vederla” Aveva diciassette anni e nessuno le aveva mai insegnato nulla, ma aveva gli stessi interessi e la stessa curiosità di uno scienziato…
Era ormai inverno e piantarono il campo a Fort Clatsop. A primavera cominciarono il viaggio di ritorno e i due capitani si divisero per un tratto…
15 luglio 1806… Dal Diario di Clark ”Sacagawea ha riconosciuto un territorio che aveva attraversato da bambina con la sua tribù Shoshone…Mentre io sto valutando i sentieri più adatti per attraversare le montagne, la donna indiana che è è stata di grande aiuto come guida attraverso il paese, mi indica un valico più a sud … Passeremo di lì.” Più tardi quel valico fu chiamato Bozenam Pass e fu scelto come miglior luogo dove far passare la Northern Pacific Railway.
Non trovarono l’intera rotta fluviale, ma scoprirono cinque passaggi attraverso le Montagne Rocciose e fornirono un documento eccezionale sulla natura e le ricchezze dei nuovi territori… Mentre tornavano verso St Louis incrociarono i primi barconi in partenza che seguivano la rotta da loro individuata…
Clark visse a lungo pieno di onori e adottò il bambino di Sacagawea… Studi all’estero, incarichi… Ne fece quasi un Virginiano… Lewis non ce la fece nonostante l’incarico di Governatore della Luisiana… Era sempre più depresso e beveva… Si suicidò pochi anni dopo mentre stava andando a trovare il suo amico Presidente… Lei invece, trascurata dalla cronaca, entrò nel mito… Forse morì giovane o forse vecchissima… Qualcuno dice che lasciò il suo stupidissimo marito e si risposò… Forse ebbe una bambina Lisette, ma non è sicuro… Quasi certo che Clark se ne fosse innamorato… l’ammirava troppo… Oggi è la donna americana che ha più statue e più monumenti in tutta l’America, strade,montagne, passi di montagna si chiamano Sacagawea… Qualche anno fa il Presidente Clinton l’ha nominata Sergente degli Stati Uniti e le hanno dedicato una moneta da 1 dollaro dove è ritratta con il suo bambino sulle spalle… Peccato che fra tante immagini di Lewis e Clark non ce ne sia nemmeno una di lei… Almeno c’è da augurarsi che sia stata anche un po’ felice….
In alcuni tratti della spedizione la mancanza di cibo fu uno dei problemi principali… Quando si ridussero a mangiare del vecchio mais, Sacagawea trovò per loro dei carciofi… Insegnò a Lewis il valore nutritivo di certe radici e della liquerizia. Difficile sapere come li cucinò quei carciofi… Per questo abbiamo scelto una ricetta semplice… Con qualche erba e molto sapore… Non saranno quelli di Sacagawea, ma di sicuro sono buoni.
CARCIOFI ALLA MENTA
INGREDIENTI per 4 persone: 8 carciofi, 4 spicchi di aglio, menta fresca, olio extra vergine di oliva, 2 limoni, sale.
PREPARAZIONE: Lasciate attaccato un pezzo di gambo ai carciofi, poi iniziate a pulirli togliendo loro le prime foglie più dure, poi tagliate di netto la cima con un coltello affilato e rigirate subito dopo il coltello attorno alla sommità, come si fa quando si sbuccia un’arancia, in modo da portar via la parte superiore delle foglie, che è sempre la più dura. Sbucciate anche il gambo e passate su tutta la superficie dei carciofi la metà di un limone tagliato in modo da evitare l’annerimento. Poi aprite delicatamente il carciofo, asportate l’eventuale peluria che si può formare all’interno e inserite in ciascun carciofo 1/2 spicchio di aglio, qualche foglia di menta, salate e richiudete la sommità. Poi fate scaldare in un tegame l’olio, aggiungete i carciofi a testa in giù e copriteli a metà con l’acqua, inserite nel tegame qualche spicchio di limone e qualche foglia di menta, incoperchiate e fate cuocere per circa 25 minuti, finché l’acqua non sia completamente assorbita.