Giunge in parrocchia, deve parlare con Don Ciccio per la festa del paese.
Don Ciccio, quando la vede, le si avvicina."Don Ciccio, volevo dirle..."Non riesce a finire la frase che il parroco la interrompe."Benedetta ragazza, ma cosa mi combini?"" A cosa si riferisce?" Ata non riesce a capire."Rifiutare un tesoro di ragazzo come Filippo!" Spiega lui.Lei impallidisce."E lei come lo sa?"Il prete fa un sospiro."Me l'ha detto quella povera donna di tua madre. Era così affranta, sapessi..."Un istinto omicida l'assale.Ah, cosa farebbe ora a quella povera donna di sua madre!"Pensaci bene, Ata, - continua Don Ciccio, - Filippo è di buona famiglia, ha un buon lavoro, vi conoscete da una vita!"Ata entra in salumeria tutta turbata.Aveva capito subito di aver sbagliato, ma non pensava di dover subire il processo dell'Inquisizione."Un'occasione come questa? E chi se la sarebbe fatta sfuggire!"Dice una signora dietro di lei."Eh, il treno una volta passa!" Dice un'altra.Ata non ci vede più dalla rabbia.Quando è troppo è troppo!Si avvicina imbufalita alle due signore e grida: "Ora basta, sono stufa di sentirmi dire che sono una stupida perché ho rifiutato quel tesoro di Filippo!"Alza i tacchi e se ne va.Le due signore si guardano perplesse."Ma chi è Filippo?" Domanda una."Non lo so. Io parlavo di mia nipote". Risponde l'altra.Magazine Racconti
"Dimmi che non è vero!" Le dice la sua amica Là al telefono."Cosa?" Domanda Ata."Non fare la finta tonta, che con me non attacca. Dimmi che non è vero!" Continua Là."Ok. Non è vero"."Bugiarda! Lo so che è vero, invece". Ribatte l'amica."Ma cosa?" Chiede lei perplessa."Ma come hai fatto, dico io, - sbotta l'altra, - un tesoro di ragazzo come Filippo!""E tu come lo sai?" Chiede Ata sorpresa."Ho incontrato Fè dal macellaio".Ata alza gli occhi al cielo."Quindi, ora lo sa anche il macellaio". Deduce lei."Tutto il mondo lo deve sapere quanto sei stata stupida!- urla Là. - Ma come hai potuto?""Senti, non facciamone una tragedia, ora. Può capitare a chiunque di sbagliare, no?""Questi errori non si fanno!" Sentenzia l'amica.Ata fa un sospiro."Facciamo così, - propone Là, - tu lo chiami, lo inviti per un caffè, ti vesti carina, tante scuse e cerchi di recuperare il recuperabile"."Sì, anche la mia amica Rebecca l'ha detto, ma io non me la sento"."Ah no? Ma di paragonarlo al tuo cane morto te la sei sentita, però!" Là è proprio arrabbiata."Va bene, ci penso. Ora ti lascio perché ho da fare". Taglia corto lei.Già si sente uno schifo da sola, ci si mettono anche le amiche.Si dirige in cucina. Ci sono sua madre, sua cognata Sà e sua cugina Liz.Appena la vedono smettono di parlare.Tre paia d'occhi accusatori puntati addosso."Che c'è?" Domanda nervosa."Ti facevo un po' più intelligente. - si decide a dire Liz.- E invece..."Ata guarda Sà inferocita."Gliel'hai detto tu!""No, è stato Lò, credimi!" Si schermisce la cognata.Ata prende la giacca, la borsa e raggiunge in fretta la porta."Vi lascio ai vostri pettegolezzi, io esco"."Ata..." Cerca di fermarla la madre, ma lei è già fuori.Uffa, tutti bravi a parlare.