Le poesie di Massimiliano Antonucci qui pubblicate sono quasi tutte ispirate, come indica l’autore, “agli Arcani Maggiori dei Tarocchi, materia che negli anni [ha] potuto approfondire,
fino al punto di farla [sua] e distaccarla, completamente, dalla tradizione magica per farne strumento poetico”. Il risultato sono liriche che aiutano a riflettere su quel gioco aspro e imprevedibile chiamato vita. Il luogo fisico e mentale in cui “il destino dà le carte e noi giochiamo”. La poesia di Antonucci non cerca consensi a poco prezzo né facili scorciatoie. Segue con coerenza il suo percorso nell’ambito della parola e delle sue infinite e complesse connessioni con l’esistenza.
Segnalo anche, a coloro che vorranno approfondire la conoscenza con la ricerca poetica di Antonucci, il suo e-book di recente uscita.
Questi sono i link a cui è possibile reperirlo:
Il Sito: http://www.massimilianoantonucci.it
Il nuovo eBook: http://www.epubblica.com/ebook/passaporto-per-un-artista-84.aspx .
Buona lettura, IM .
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poesie tratte da
PASSAPORTO PER UN ARTISTA
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L’EREMITA
Domattina quando mi sveglio
me ne vado da questa città
e dai suoi fiori tristi.
Abbandonerò gli stracci
e indosserò un cappotto scuro
per passare inosservato.
Ripercorrerò i luoghi d’un tempo
e indietreggerò durante il cammino
senza sapere dove sto andando.
Per la via buia terrò acceso il fuoco
vivo della ragione e lavorerò giorno e notte
con il corpo curvo e il capo coperto
ruotando il mestolo nella pentola.
Sul fondo del rame bruceranno i serpenti
verdi della rabbia e striscianti della vergogna
saliranno a galla le bestie che sono stato
e che ho conosciuto.
Senza fare rumore mi servirò di un bastone
per marcare nello sguardo il limite
che differenzia la paura dal dolore
e lentamente cadrà la vecchia pelle dell’inganno.
***
LA TORRE
Mi sono issato sulla prua di una nave
e sono partito.
In prima – senza ori e argenti -
mi sono fatto re senza ragione
muovevo con la testa tre orecchi e tre orecchini.
Giudicavo tutti gli uomini.
In seconda, sono stata una puttana
versavo piaceri ai marinai dell’equipaggio
in cambio di qualche bicchiere e di cibo.
In terza, per soffocare la musica
che saliva dal fondo della stiva
ho fatto il mozzo
e passavo il cencio sulle assi di questo legno.
In quarta, ho costruito un arnese aguzzo con la cera
e mi divertivo ad arpionare i grandi pesci
che salivano a galla.
In quinta, ho ucciso il capitano della nave.
Prendendo in mano il timone
segnavo la rotta che suggeriva il mare.
In sesta giornata sono sceso in cucina.
Una serva con mani stregate preparava da mangiare
e ho visto l’illusione nutrire il mio cuore.
Mentre cadevo dall’albero più alto
vedevo il mondo giù di traverso
ero un grosso uccello nero che andava verso terra.
Alla fine del viaggio ho liberato la serva
e sono sceso dal legno per incontrare una donna.
Fiero come un gatto che porta in bocca
un merlo caduto dal nido
ho stracciato tutti i disegni, tutte le mappe
e in settima ho amato.
***
IL MAGO
Ho coltivato la natura del cane e mi sono caduti i denti e i peli
dal mio corpo sono cadute le foglie come candele
infine cadono gli occhi.
A Settembre ho messo le piume e sono diventato un uccello
cercavo la salvezza nel volo ma ho trovato la caduta
e il silenzio ha iniziato a tormentarmi.
Nelle stagioni della sopravvivenza
salivo su una rupe e lanciavo lontano lo sguardo
ero un coniglio e mi nascondevo perché non mi fidavo neanche di me stesso.
Ho sempre sognato modi gentili
e desiderato trattare le cose con finezza ma lasciavo tutto al caso
avventurandomi verso qualcosa o qualcuno che mi restituisse al passato.
Anni dopo sono diventato robusto e mi sono tramutato in asino
portavo sulla groppa i rami umidi del bosco
e avanzavo con tre gambe e un bastone.
Quando ho iniziato a scendere la via
ho visto che finiva in fondo al cuore
dove viveva un mago che aveva paralizzato un serpente.
Mi sono avvicinato a quelle forme
come a un fuoco di notte che non trema
ero un pescatore che si tuffava per liberare le sue reti.
Avevo grandi orecchie quando ho appreso per la prima volta il verso del suono.