Centoundici abiti si presentano suddivisi nelle diciotto stanze, perfettamente restaurati, commissionati da alcuni dei più importanti autori del cinema italiano: Federico Fellini (Fellini-Satyricon, ’69; I Clowns, ’70; Amarcord, ’73; Il Casanova, ‘76, Oscar come Migliori Costumi, il primo fu vinto da Donati nel ’69 per Romeo e Giulietta di Zeffirelli; Intervista, ’87), Franco Zeffirelli (La bisbetica domata, ’67), Alberto Lattuada (La mandragola, ’65), Roberto Faenza (Marianna Ucria, ’97).
I costumi dei sacerdoti ne “Il Vangelo secondo Matteo” , Pier Paolo Pasolini (pasolini.net)
Grande spazio è dedicato ai costumi realizzati nell’ambito della collaborazione avviata da Donati con Pier Paolo Pasolini a partire da La ricotta, ’63, proseguendo con Il Vangelo secondo Matteo (’64, fonte d’ispirazione furono le opere di Piero Della Francesca), Uccellacci e uccellini (’66), Edipo Re (’67) e Porcile (’69). Il salone centrale è dedicato alla Trilogia della vita: da Il Decameron (’71) a Il fiore delle mille e una notte (’74) passando per I racconti di Canterbury (’72) e concludendo con Salò o le 120 giornate di Sodoma (’75).