A Roma ci sono tanti parchi e ville, più o meno conosciuti e, almeno per quanto mi riguarda, quello a cui sono più legato è il grande spazio verde di "Villa Borghese"
Ad essa sono legati i ricordi della mia infanzia quando, allora bambino", capitava che qualche domenica mi ci portassero i miei genitori e, a quel tempo, il fare queste "gite domenicali", regalava a tutti una grande emozione, anche perché ci si "avventurava" per Via Veneto che in quegli anni, per noi che venivamo dalla "periferia", ci sembrava di percorrere un luogo inviolabile e si provava dell'imbarazzo nel passeggiare per la strada della "Dolce Vita".Guardavamo le vetrine lussuose, ammiravamo il movimento di persone davanti ai grandi alberghi, sbirciavamo dentro i bar alla ricerca di qualche volto noto e sognavamo un giorno di poterci anche noi sedere a quei tavolini. Almeno per quanto riguarda i lussuosi hotels, la mia professione mi ha poi riscattato e nel periodo d'oro del turismo, ossia negli anni tra il 90 e il 2000, ho avuto la possibilità di partecipare a diverse "cene di gala" che si sono tenute nei favolosi ristoranti, o ancor meglio nelle terrazze dell'Excelsior, del Baglioni, dell'Ambasciatori Palace, del Grand Hotel, ma, ormai, anche questi sono ricordi nel cassetto, e credo che non torneranno più quelle serate mondane... Ritornando a Villa Borghese, mi viene in mente anche il periodo della scuola, gli anni giovanili in cui questo Parco era una meta quasi obbligata delle uscite domenicali: ci si ritrovava alla "Lampada Osram" alla Stazione Termini, luogo di appuntamento (ad essa Baglioni ha dedicato una canzone) e poi, tutti insieme, ci si spostava, attrezzati di mangiadischi, di registratore, non mancava mai un pallone e l'amico con la chitarra per accompagnarci con i medley di Battisti, di Venditti e naturalmente del già citato Claudio. A Villa Borghese ci andavi con la "ragazza" per cui avevi preso la cotta e speravi che, complice l'atmosfera, nascesse qualcosa di più e un bacio fosse l'inizio di una storia. Su questo Parco e sulle immagini che mi portavo dentro di quel periodo ricordo anche che ne feci oggetto di un tema a scuola: mi piacque così tanto, ebbe anche un successo in aula, e ancora oggi, a distanza di più di trent'anni, ne conservo la brutta copia. Negli ultimi anni ho sempre attraversato in macchina o in autobus il Parco, gli ho dato una veloce sbirciata e sentivo dentro di me un desiderio: quello di tornare a percorrere i suoi viali in una sorta di "passeggiata nei ricordi". Ieri, sabato 8 settembre, complice una giornata di sole romano straordinaria, senza Lucifero nè Beatrice, e avendo la giornata disponibile, ho preso la decisione di andarci. Ho ripercorso lo stesso itinerario, partendo dalla Stazione Termini, attraversando Piazza Esedra, Largo Santa Susanna con la Fontana del Mosè ed alcune Chiese bellissime, un tratto di Via Bissolati (nel passato sede di agenzie di viaggi, di compagnie aeree ed oggi quasi solo Banche), e poi Via Veneto (con l'imponente Ambasciata Americana ed il fasto degli alberghi storici), salendo su verso Porta Pinciana per superare le mura ed entrare a Villa Borghese. Il quadro che si è presentato ai miei occhi era un'immagine di festa totale: famiglie con bambini, coppie, persone sedute a leggere, uno sciame di biciclette, di risciò, di passeggini ed il protagonista assoluto era il sole che, però, non dava assolutamente alcun fastidio, visto la presenza del tanto verde. E così mi sono letteralmente calato in quell'atmosfera, ero presente totalmente e non ho avvertito minimamente lo sforzo, la fatica, pur avendo camminato tanto: Galleria Borghese, Piazza di Siena, il Laghetto, la Casina del Lago, il viale del Pincio. E poi come coronamento di questa passeggiata si arriva in quella che ritengo sia una delle terrazze che tutto il mondo ci invidia: la Terrazza del Pincio, quella che sovrasta l'immensa Piazza del Popolo ed offre una vista di Roma che non la puoi descrivere e la devi solo vivere in prima persona, soprattutto in una giornata limpida e serena quale era quella di ieri mattina, o, di sera, prendendo un aperitivo alla Casina Valadier, in dolce compagnia, con il sole che tramonta sulla città. Tutta Roma ti si offre nella sua "immensa seduzione" e il Cupolone è li che quasi ti dice "toccami". Sotto di te a destra e a sinistra tetti di case di cui non puoi che invidiarne i proprietari per essere possessori di questi angoli che non hanno prezzo. Rimarresti lì delle ore a contemplare così tanto splendore. Per scendere di nuovo nel caos della città hai due opzioni: o vai direttamente giù a Piazza del Popolo, oppure ti porti a sinistra e percorrendo un viale molto suggestivo e anche questo ricco di vedute straordinarie vai verso la Scalinata di Trinità dei Monti, e così io ho fatto per dare la giusta conclusione ad una passeggiata nel cuore di questa città che avrà sicuramente tanti lati negativi ma non la cambierei con nessun altro luogo al mondo. (Santo)