La penisola del Sinis fa parte dell’oasi naturalistica del Sinis Mal di Ventre, certo è che non possiamo dimenticarci di passare una giornata in questa piccola bellissima oasi mediterranea: lentisco, tamerici e bassa vegetazione erbosa la fanno sembrare un gioiello.
Dalla località marina di Putzu Idu, a una ventina di minuti di auto da Oristano, possiamo prendere ogni 30 minuti dei traghetti privati che ci porteranno sull’isola di Mal di Ventre, paradiso incontaminato meta ambita di turisti e soprattutto da naturalisti ed ornitologi che qui possono osservare diverse nidificazioni. Mal di Ventre è meta prediletta delle tartarughe Caretta Caretta che da alcuni anni sono tornate a porre le uova nelle spiagge calde e basse dell’isola. Molte anche le varietà di uccelli che hanno eletto l’isola a loro dimora: il Gabbiano Corso, gli Uccelli delle tempeste, il Maragone dal ciuffo.
Mal di Ventre, o in dialetto locale Malu Entu (vento cattivo) è spesso battuta dal vento che impedisce la vegetazione ma rende le spiagge particolarmente singolari, ora di sabbia fine, ora grossolana di origini silicica e granitica. La fauna locale invece è composta da conigli selvatici, tartarughe di terra di dimensioni quasi gigantesche, tante lepri e qualche cinghiale, l’isola è ancora oggi disabitata.
L’isola non è di proprietà dello Stato italiano, anche se in realtà è una sua pertinenza, ma appartiene ad un ricco lord inglese che la aveva acquistata dalla famiglia Savoia poco prima del termine della seconda guerra mondiale. Attualmente un gruppo di cittadini, capitanati dal “presidente de la Repubblica di Mal di Ventre” ha deciso di fare istanza all’Onu per rendere quella terra una nuova repubblica indipendente nel cuore del Mediterraneo.
L’oristanese non è solo questo altro mare spiagge, sport di acqua, misteri
subacquei e terrestri ma soprattutto archeologia. E’ questa la terra che pare essere stata la terra dei giganti. A qualche chilometro, da Cabras, in mezzo agli stagni, vi è una collinetta chiamata dagli agricoltori locali “Monte Prama” (monte di palma) qui, alla fine degli anni 50 sano state ritrovate delle enorme statue di arenaria.La locale leggenda narra che questi siano stati i primi abitanti del luogo, e della Sardegna in genere, i giganti, ora perfettamente restaurati si potranno ammirare nei musei archeologici di Cagliari, di Li Punti e di Cabras. Che il territorio fosse anticamente abitato non vi sono dubbi, non solo Tharros, ma anche l’ipogeo di San Salvatore conservano antichi reperti e testimonianze. San Salvatore, villaggio di pescatori, oggi abbandonato e solitario, durante gli anni 60 del 900 è stato scelto da famosi registi del calibro di Sergio Leone per ambientarvi il western made in Italy.