Magazine Maternità

Passin passino.

Da Wising
Io mica mi sono ancora abituata. Al fatto che cammini, voglio dire.
Come immaginavo poi, col fatto che ci ha impiegato 19 mesi a decidere, non solo cammina senza la minima indecisione, ma corre. Ovunque, verso qualunque cosa.
E' un attimo che al supermercato te lo trovi impegnato a smontare le esposizioni di pacchi di caffè, come se fosse un grandissimo gioco di cubi; che all'Ikea si butti di slancio su tutti i letti, rotolando e rimbalzando; che in casa, non sia più dove l'hai lasciato un secondo prima, ma intento a svuotare cassetti o aprire rubinetti. Senti uno splash  e sai che è già troppo tardi.
Comincia a guardare il passeggino con sospetto, poi, e so che mai più sarà quel rifugio sicuro, quel nanna a-porter che è stato fin qui.
Insomma, è l'inizio di una nuova era.
Divertentissima, tra l'altro.
Fisica. Tutti si è impegnati in nuovi gesti.
Comunicativa. Adesso è Cigolino a indicare la via, non siamo più noi ad andare dove vogliamo.
Contrastata. Mica sempre si può andare dove vuole lui.
Quando un bambino inizia a camminare, la relazione cambia. Più del bambino, sono i genitori a doversi adattare al cambiamento: ci vuole una nuova sensibilità alle sue richieste; una pazienza molto strutturata; una prestanza fisica che ciao e una fornitura aggiuntiva di occhi, soprattutto quando si è in giro.
Lui impara e conquista, a noi il compito di comprendere, incoraggiare, guidare.
Non è solo muovere passi, è la persona che con quei passi brevi si fa sempre più presente nel mondo.
Fosse solo quello.
Ieri sera al mio Buonanotte, ha risposto: Ottee.
Allora ho detto: E' l'ora della nanna, buonanotte.
Nanna, otte.
Mi è venuto da ridere, che spesso è il mio modo per mascherare l'emozione.
Prima o poi parleremo. Insieme.
Roba da non stare più nella pelle, per l'attesa.
PS. Sono 3 gg che ci svegliamo tutti alle 6. Che bella l'ora solare eh? :)
Se c'è qualcosa che desideriamo cambiare nel bambino, dovremmo prima esaminarlo bene e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi. Carl Gustav Jung

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