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Passion Ebook [Reprise]

Creato il 07 marzo 2011 da Sandalialsole
C'è poi un altro aspetto della questione ebook che mi ha colpito e sul quale temo finirò per rimuginarci abbastanza. Ed è il lato social della questione. Social reading, social writing. Ora, sul social writing ho le mie fisse. Se togliamo Wu Ming, non ho finora visto nulla, tra le produzioni a più mani, che valga la pena di entrare negli annali della letteratura. Ma devo dire che penso lo stesso dei millanta narratori improvvisati che compaiono sul web. Il fatto di mettere insieme delle parole, delle frasi, una parvenza di trama, non trasforma modesti scribacchini in autori. Può darsi che le cose col tempo cambino, ma a me questa dimensione social della scrittura lascia molto perplessa. Anche le abbinate costruite a tavolino, come Camilleri e Lucarelli l'estate scorsa, davvero lasciano un po' il tempo che trovano e non so se sarà un social network a creare i Fruttero & Lucentini o i Sjowall & Wahloo di domani.
Diversa è la questione del social reading. La faccenda è semplice: soprattutto quando i nuovi ereader integreranno funzionalità di comunicazione, l'idea è quella di dar vita a vere e proprie piattaforme sociali di lettura nelle quali coinvolgere lettori e magari autori in sessioni di reading collettivi, forum, gruppi. Bello. Bello. Bello.
Ma. Ma io quando leggo tendo a immergermi in una esperienza individuale. E' quando ho finito di leggere che mi scatta il desiderio di condivisione o di confronto. Così, per esempio, già adesso a me l'idea che sul Kindle uno possa vedere in un libro una sorta di top ten o top venti delle frasi maggiormente sottolineate dai lettori in tutto il mondo manda un po' giù di testa. Chemmefrega se 50 persone hanno tutte sottolineato lo stesso passaggio? Esiste un criterio di rilevanza anche nella lettura? In questo momento, l'unica cosa che mi conforta è il pensiero che la volontarietà in queste faccende è ancora determinante. Sono social, se voglio. Condivido, se voglio. Per ora non voglio. Ecco.

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