Passion (Germania, Francia 2012) Regia: Brian De Palma Sceneggiatura: Brian De Palma Ispirato al film: Crime d’amour di Alain Corneau Cast: Rachel McAdams, Noomi Rapace, Karoline Herfurth, Paul Anderson, Rainer Bock, Benjamin Sadler, Dominic Raacke Genere: thriller Se ti piace guarda anche: Crime d’amour, Effetti collaterali, Il cigno nero, Femme fatale Uscita italiana: ?
I remake sono un po’ come le cover musicali. Inutili, il più delle volte, con qualche piacevole eccezione ogni tanto. Certe volte mi chiedo: ma che gusto c’è, a utilizzare l’idea di qualcun altro? La Storia è fatta di riproposizioni delle stesse storie, è normale che sia così. Un conto però è quando vengono rilette vicende del passato in una chiave nuova, con una rivisitazione moderna, attuale, o che magari proponga una visione personale dell’autore, come Il grande Gatsby del grande Luhrmann. Alcune volte, si tratta di adattare pellicole per il mercato USA, perché gli americani non hanno la pratica del doppiaggio e i film con i sottotitoli si rifiutano CA-TE-GO-RI-CA-MEN-TE di guardarli. Capita in taluni altri rari casi che la nuova versione aggiunga persino qualcosa all’originale. Tra i miei remake preferiti metto The Ring, che ho trovato meglio recitato nella versione USA, grazie a una grande Naomi Watts, più teso e pure più approfondito nella sua riflessione sul potere della televisione. Ogni tanto, il remake si risolve invece in un giochino divertente soprattutto per chi lo realizza. È il caso della fotocopia US version di Funny Games, con cui Michael Haneke ha rifatto il suo stesso film con mezzi americani, e con ancora una volta per protagonista la specialista nel settore Naomi Watts. Oppure il rifacimento a colori, ma per il resto ricalcato scena per scena, di Psyco a opera di Gus Van Sant. Un divertissement cinefilo irresistibile per chi l’ha girato, un po’ meno per lo spettatore.
Detto tutto ciò, dove si colloca Passion, rifacimento di Brian De Palma di Crime d’amour, un film francese del 2010, quindi recentissimo? Qual è la sua utilità? È davvero difficile da capire. Il film è girato in inglese anziché in francese, però si tratta pur sempre di una co-produzione Germania-Francia dal forte sapore europeo, quindi non possiamo nemmeno considerarlo la classica americanata. Come protagoniste ci sono due attrici lanciatissime come Rachel McAdams e Noomi Rapace, ma nell’originale c’erano comunque già due nomi piuttosto conosciuti al pubblico internazionale come quelli di Ludivine Sagnier e Kristin Scott Thomas. Non sembra quindi una semplice operazione commerciale come poteva essere The Tourist, con i divi Angelina Jolie e Johnny Depp alle prese con la loro versione glamour, e clamorosamente fallimentare, di un altro thriller francese recente, Anthony Zimmer.
Perché allora realizzare un remake di questo tipo? Sinceramente non lo so. Probabilmente Brian De Palma è rimasto tanto affascinato dall’originale da volerne a tutti i costi girare una sua versione personale. In effetti Crime d’amour ha affascinato parecchio anche me e lo considero uno dei thriller migliori degli ultimi anni. Eppure io non avrei realizzato un rifacimento, innanzitutto perché non sono un regista e poi perché non ne vedevo lo scopo. Brian De Palma testardo ha comunque voluto fare il suo remake e, a sorpresa, non appare nemmeno così tanto inutile. Per carità, non l’avesse girato, si sarebbe potuti tutti rimanere soddisfatti dell’ottimo film originale francese e anche all’interno della filmografia del grande regista italoamericano questo Passion non è che aggiunga né tolga nulla. È il classico thriller alla De Palma. Il classico ottimo thriller alla De Palma.
Uomini Donne che odiano le donne.
All’interno del film si sviluppa inoltre un intrigante discorso su originalità e copia. Noomi Rapace propone un’idea per una campagna pubblicitaria geniale e Rachel McAdams se ne assume i meriti. Discorso simile per Brian De Palma, che ha tirato fuori un thriller avvincente e notevole ai livelli di Femme fatale, eppure una buona fetta del merito va al film originale francese, diretto dal fu Alain Corneau. Una buona fetta, ma non tutta la torta. Lo chef è De Palma e si vede. Nonostante la vicenda ricalchi molto la pellicola originale, e anche le atmosfere non siano troppo distanti, lui ci mette il suo bello zampino, con una regia notevole, fresca come pochi registi ultrasettantenni (e non solo) possono vantare. Il De Palma ci regala inoltre un nuovo saggio di bravura in quella che è la sua specialità assoluta: lo split-screen, con una sequenza grandiosa. In più, ha cambiato le carte nel finale, incasinando ulteriormente la trama, ed è tornato a collaborare con lo storico compositore italiano Pino Donaggio, che già gli aveva regalato le splendide musiche per film come Carrie, Vestito per uccidere, Blow Out, Omicidio a luci rosse e Doppia personalità, la loro ultima collaborazione risalente al 1992. Dopo 20 anni, i due sono tornati insieme e le musiche di Pino Donaggio sono sempre uno splendore, oltre ad un accompagnamento perfetto per le immagini del De Palma.
Rachel McAdams: "Bella recensione, Cannibal!"
Noomi Rapace: "Mah, un po' una ciofeca. Soprattutto la parte in cui mi critica..."
The Movie Shelter