Come ormai avrete capito non mi piacciono le novelas. Ho provato a vederne alcune ma non sono mai riuscito a vedere più di 4 o 5 episodi. Pur riconoscendo la bravura degli attori trovo le novelas così assurde, così senza senso che mi è impossibile andare fino alla fine. Fu così che, quando stava per uscire la nuova novela della Globo, Passione, ero sia un po’ curioso e anche speranzoso di vedere finalmente una bella storia ambientata nella mia Italia.
Ma purtroppo ho dovuto ricredermi quasi subito.
Troppe assurdità, troppi errori, troppi luoghi comuni… in poche parole una delusione unica!
Già il fatto di ambientare la storia in una immaginaria città italiana, Laurenza-in-Chanti (si scrive con la lineetta!), città che non esiste, mi ha fatto pensare. Poi il personaggio principale, interpretato dal bravissimo Tony Ramos, si chiama Antonio “Totò” Mattioli. Totò?? E’ per caso un omaggio al Grande Principe de Curtis? O forse in Brasile pensano che siamo tutti napoletani?
Oppure possiamo parlare della casa dove vive la famiglia Mattioli, un classico (e bellissimo) cascinale della campagna toscana. Ma forse pensate che tutti noi italiani viviamo in posti come quelli? Pensate che le città italiane siano tutte come questa città immaginaria? Pensate che viviamo tutti in campagna e che nelle nostre cucine ci siano appesi i salami come nella casa di “Totò”? Ma avete idea di come sono le città e le case in Italia? Provate a cercare su internet le foto di Torino, Milano o Varese, solo per restare nelle mie (ex) vicinanze.
Poi le parolacce! Ma veramente pensate che noi italiani parliamo come nella novela? In ogni frase che dicono c’è almeno una “zoccola”, una “puttana” o perlomeno una “schifosa”. Guardate che noi italiani saremo grosseiros, come dite voi, ma conosciamo molte bene l’educazione e, in linea di massima, evitiamo di dire parolacce in pubblico, e in particolar modo in casa. E pensate che gli attori presero anche lezione da una certa Cecilia Casini, professoressa di italiano della USP, l’Università di Sao Paulo, in modo di imparare la lingua, l’accento e la gesticolazione tipici della Toscana! Immagina cosa succedeva se non avessero studiato!
Ma questa cosa della lingua non è piaciuta anche ad altre persone, infatti si legge: “… A caracterização não foi vista de forma positiva por parte da imprensa. Marcelo Marthe, da Revista Veja criticou tanto a errônea pronúncia de mamma quanto o fato do núcleo italiano, apesar de situado na Toscana, refletir os hábitos napolitanos, enquanto a jornalista Patrícia Kogut chegou a declarar que "o sotaque não funciona mesmo. O italiano predomina sobre o português e o que se ouve não é nem carne, nem peixe e sim uma espécie de pilha de clichês sonoros", visão semelhante à de Marcella Huche, do site Laboratório Pop. O público demonstrou rejeitar a predominação do italiano, e as críticas mostraram-se negativas o suficiente para que mais expressões em português passassem a ser utilizadas.” fonte Wikipedia
Qualche giorno fa ero al supermercato. La cassiera, riconoscendo che sono straniero, quando gli dissi che ero italiano si complimentò molto con me e quando volle sapere se mi piaceva il Brasile, alla mia affermazione commentò. “Eh, ma qui la vita è molto più stressante. In Italia è tutto più tranquillo, più calmo.” In Italia è più tranquillo? E’ più stressante la vita in Brasile?? “Ma sì – rispose lei – nella novela è così”. Ma la vita non è una novela, boba di una cassiera (le volevo dire). La realtà è molto diversa da come ve la fanno vedere!
E poi mi chiedono perché non mi piacciono le novelas…