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Passione in Bianco

Creato il 23 agosto 2013 da Larivistaculturale @MePignatelli

Diafane Passioni, avori museo degli argenti, opera laboratori, civita, Firenze

Per comprare zanne d’avorio, nel Cinquecento, si andava a Venezia. Il mercato fioriva nella città lagunare, e gli artisti lavoravano volentieri questo materiale sensuale come una pelle perfetta. La mostra “Diafane Passioni” in corso a Palazzo Pitti a Firenze, induce nella tentazione di lasciarsi sedurre da quella che è una incredibile raccolta di capolavori della lavorazione dell’avorio.

Le zanne dell’elefante arrivavano in Europa attraverso le grandi città portuali, Venezia, Genova, Napoli, che erano, con Roma, anche i centri principali della lavorazione della preziosa ed esotica materia. L’avorio era particolarmente ricercato per la sua qualità mimetica di raffigurare l’incarnato umano. L’ammirazione per l’avorio nell’Italia del Sei e Settecento favorì il collezionismo di avori africani e indiani, oltre a quelli tardoantichi e medievali.

E proprio a Firenze fra il  XVII e XVIII secolo si formarono le prime collezioni di avori di epoche passate, e si pubblicarono i primi studi dedicati agli avori medievali.

Ferdinando I de’ Medici (1549-1609)  iniziò una delle più spettacolari collezioni di avori in Europa, che continuò ad arricchirsi fino al tramonto della dinastia, raggiungendo numerose centinaia di esemplari. Per quantità, per qualità ed importanza dal punto di vista storico artistico, la raccolta medicea raggiunse livelli pari solo a quelli della corte imperiale di Vienna e di quelle principesche di Dresda e di Monaco.

“La potente inventiva degli artefici d’allora”,  spiega la soprintendente Cristina Acidini, “pone ogni prerogativa e suggestione dei materiali disponibili al servizio della gloria divina. Non riesco infatti a liberarmi dal pensiero che nell’affermarsi di quell’attitudine piena di tenera grazia che contraddistingue tante Madonne – lo hanchement, il dolce ancheggiamento del corpo slanciato che s’inarca a sostenere il Bambino –  un peso decisivo lo avesse l’uso dell’avorio, che impone allo scultore che voglia sfruttare al meglio la zanna di adeguare le figure alla sua naturale incurvatura. Lo vediamo ancora, del resto, nelle sculture in avorio dell’estremo Oriente in cui, seguendo la tradizione, le zanne lavorate in verticale danno luogo ad allungate figure umane e divine inclinate di lato, così come quelle intagliate in orizzontale generano affollati ponti dalla blanda schiena d’asino o scatole dal coperchio incurvato”.

E “se parlare oggi d’avorio può sembrare un azzardo quando, come sappiamo, la cupidigia umana ha messo a repentaglio  l’esistenza degli elefanti”, aggiunge il prof. Giampiero Maracchi,  ”questa mostra porta a riflettere sul mondo moderno e le sue contraddizioni, ripercorrendo un pezzo nella storia della creatività umana”. 

Esposte molto suggestivamente su degli sfondi neri, le sculture ipnotizzano per la raffinatezza e la delicatezza della lavorazione. Lo sguardo rimane intrecciato nelle volute traforate a giorno di vasi ornamentali, arabescati, decorati e costruiti con una tecnica al tornio di cui, oggi, si è persa la pratica.

 © Melissa Pignatelli

Diafane Passioni, vaso ornamentale, avorio tornito, Firenze, mostre

La mostra “Diafane Passioni” è al Museo degli Argenti, Palazzo Pitti, Firenze fino al 3 Novembre 2013.

Sito web unannoadarte.it

Fotografie

Antonio Leoni, (Venezia, ante 1680 – Düsseldorf ?, post 1716), Sacrificio di Ifigenia, 1705, Avorio
Monaco, Bayerisches Nationalmuseum, nel sito della mostra.

Vaso con coperchio, 1618-1631, eseguito da Johann Casimir di Sassonia-Coburgo, duca di Coburgo, che si dedicava all’arte della tornitura come disciplina attraverso la quale sperimentare ed applicare concretamente conoscenze di matematica, geometria, prospettiva e meccanica. Johann Casimir si assicurò la presenza a corte di due tra i più importanti tornitori dell’epoca, Marcus Heiden e Johann Eisenberg, sotto la cui guida egli perfezionò la sua tecnica (Gennaioli, p.130 del catalogo della mostra).

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ENTI PROMOTORI
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della città di Firenze
Museo degli Argenti
Firenze Musei
Ente Cassa di Risparmio di Firenze

ORARI

lunedì – domenica 8.15 – 18.50 nel mese di agosto

8.15 – 18.30 nei mesi di settembre e ottobre (chiusura anticipata alle 17.30 con il ritorno all’ora solare)

8.15 – 16.30 nel mese di novembre

Chiuso primo e ultimo lunedì del mese

BIGLIETTI

Intero: € 10.00

Ridotto: € 5.00 per i cittadini dell’U.E. tra i 18 ed i 25 anni

Gratuito per i visitatori sotto i 18 e per i cittadini dell’U.E. sopra i 65 anni di età

Il biglietto della mostra consente l’ingresso anche al Museo degli Argenti, Giardino di Boboli, Museo delle

Porcellane, Galleria del Costume e Giardino Bardini.

SERVIZIO DIDATTICO PER LE SCUOLE

Visite guidate per le scolaresche solo su prenotazione

Costo di € 3.00 ad alunno. Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.294883

SERVIZIO VISITE GUIDATE PER GRUPPI

Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383

e-mail: [email protected]

CATALOGO
Sillabe
A CURA DI
Eike D. Schmidt
Maria Sframeli

CREDITI

Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Firenze
Cristina Acidini

Direttrice del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti
Maria Sframeli

Direzione della mostra
Maria Sframeli

Ideazione e curatela della mostra
Eike D. Schmidt

Coordinamento scientifico
Riccardo Gennaioli

Segreteria
 Ilaria Bartocci

progettazione dell’allestimento e direzione lavori
Mauro Linari
Realizzazione dell’allestimento 
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group

Produzione e gestione della mostra
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group

Comunicazione a cura di
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group

Ufficio Stampa
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group


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